Buona sera a tutti.
L'informazione in questo paese, sembra un paradosso, ignora il 70% del lavoro parlamentare. Si concentra su quello che più è in vista, sulle dichiarazioni dei politici più in voga del momento, quelli che seguendo la moda si accodano alle dichiarazioni del momento.
Il lavoro svolto dai parlamentari che ci mettono passione in questo lavoro viene del tutto ignorato. Non è fondamentalmente colpa esclusivamente dei giornalisti. L'algoritmo con cui si da valore ad una notizia, purtroppo, tiene conto del principio delle forze analoghe. Inoltre l'avvento dei newmedia, dei social network e del fenomeno della "viralità" (assai deleterio all'informazione e alla autorevolezza della stessa), fa si che ci si interessi sempre delle solite cose, dei soliti argomenti e delle solite persone.
Più viralità nei social, vuol dire più accessi al sito web che li divulga. Più accessi significa più impressioni e click sulle pubblicità, che sono usate per fare sopravvivere le testate online.
La pubblicità online viene gestita da chi la viralità la induce e sponsorizza, come Facebook, Google etc.. Sempre più spesso i quotidiani cartacei con i loro siti web e le testate puramente online, devono ricorrere a questi aggregatori pubblicitari sottostando alle loro regole. Tutto porta ad attirare click.
La nuova politica ed alcuni nuovi politici puntano a creare viralità in modo volontario, per pubblicizzarsi e rimanere sempre sulla bocca di tutti. Questo genera un consenso quasi gratuito, rispetto a quello che costa rivolgersi agli oldmedia.
Considerando poi che gli oldmedia per stare al passo con l'audience pubblicano e rimbalzano notizie divenute virali sui newmedia, siamo di fronte ad un circolo vizioso. Ma questo ha un limite.
Sempre di più il valore delle impressioni pubblicitarie e dei click cala. Questo costringe ad aumentare il sensazionalismo delle notizie che però ha un effetto collaterale, ovvero fare perdere la fiducia del lettore in ciò che legge e nella testata giornalistica e, sentendosi smarrito, cade in una situazione di sconforto. Questo genera sfiducia e mancanza di speranza verso il futuro ripercuotendosi anche sull'economia e nella vita di tutti i giorni.
L'informazione in questo paese, sembra un paradosso, ignora il 70% del lavoro parlamentare. Si concentra su quello che più è in vista, sulle dichiarazioni dei politici più in voga del momento, quelli che seguendo la moda si accodano alle dichiarazioni del momento.
Il lavoro svolto dai parlamentari che ci mettono passione in questo lavoro viene del tutto ignorato. Non è fondamentalmente colpa esclusivamente dei giornalisti. L'algoritmo con cui si da valore ad una notizia, purtroppo, tiene conto del principio delle forze analoghe. Inoltre l'avvento dei newmedia, dei social network e del fenomeno della "viralità" (assai deleterio all'informazione e alla autorevolezza della stessa), fa si che ci si interessi sempre delle solite cose, dei soliti argomenti e delle solite persone.
Più viralità nei social, vuol dire più accessi al sito web che li divulga. Più accessi significa più impressioni e click sulle pubblicità, che sono usate per fare sopravvivere le testate online.
La pubblicità online viene gestita da chi la viralità la induce e sponsorizza, come Facebook, Google etc.. Sempre più spesso i quotidiani cartacei con i loro siti web e le testate puramente online, devono ricorrere a questi aggregatori pubblicitari sottostando alle loro regole. Tutto porta ad attirare click.
La nuova politica ed alcuni nuovi politici puntano a creare viralità in modo volontario, per pubblicizzarsi e rimanere sempre sulla bocca di tutti. Questo genera un consenso quasi gratuito, rispetto a quello che costa rivolgersi agli oldmedia.
Considerando poi che gli oldmedia per stare al passo con l'audience pubblicano e rimbalzano notizie divenute virali sui newmedia, siamo di fronte ad un circolo vizioso. Ma questo ha un limite.
Sempre di più il valore delle impressioni pubblicitarie e dei click cala. Questo costringe ad aumentare il sensazionalismo delle notizie che però ha un effetto collaterale, ovvero fare perdere la fiducia del lettore in ciò che legge e nella testata giornalistica e, sentendosi smarrito, cade in una situazione di sconforto. Questo genera sfiducia e mancanza di speranza verso il futuro ripercuotendosi anche sull'economia e nella vita di tutti i giorni.
A mio avviso serve che l'informazione non sia più legata ai concetti della viralità. In un certo senso il finanziamento pubblico mette al riparo l'informazione da questi fenomeni esogeni, che la costringono a perdere autorevolezza. Se solo ognuno ritornasse a fare bene il proprio lavoro, compresi i giornalisti e le agenzie di stampa, andando a cercare le notizie seguendo il lavoro dei parlamentari nel modo più completo possibile, si accorgerebbe che potrebbe fare un servizio al paese, immettendo nel sistema economico una iniezione di fiducia data anche dal tanto lavoro positivo svolto dai "parlamentari minori".
Questo interessamento darebbe anche più valore alle loro azione e alle loro persone, renderendoli più determinanti nelle scelte politiche.
Ivan Catalano
Questo interessamento darebbe anche più valore alle loro azione e alle loro persone, renderendoli più determinanti nelle scelte politiche.
Ivan Catalano
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