Buongiorno a tutti,
è in corso di discussione il DDL C. 4741, di conversione del Decreto Legge Fiscale. In tale sede, ho reputato opportuno presentare diverse proposte di emendamenti al testo, che desidero brevemente esporvi.
Con il mio terzo emendamento ho proposto una modifica alla disciplina del servizio postale universale. Fra i servizi che esso ricomprende vi è infatti la c.d. posta massiva, ossia l'invio non della singola lettera, ma di grandi quantità di posta, prelavorata e standardizzata da parte del mittente. Gli utilizzatori sono non la singola persona fisica, ma clienti di tipo business e istituzionali, che per esempio la usano per inviare bollette ed estratti conto. Un servizio di questo genere è certamente fondamentale, ma non si comprende perchè dovrebbe essere sovvenzionato dalla collettività, a tutto vantaggio di banche, assicurazioni, fornitori di servizi e grandi imprese. Non a caso, già oggi esistono numerosi servizi privati paralleli ed equivalenti, forniti tra l'altro anche dalla stessa società Poste Italiane. Oltre al costo per i contribuenti, la copertura, da parte del servizio universale postale, della posta massiva determina una seria lesione della concorrenza tra gli operatori postali. Infatti, a parità di servizio offerto, l'invio con Poste Italiane della posta massiva è esente IVA, mentre gli invii dei concorrenti - non rientrando formalmente nel servizio universale - sono invece tenuti a pagare tale imposta. In tal modo, i concorrenti di Poste vengono messi automaticamente fuori mercato in relazione ad uno dei settori commercialmente più interessanti della corrispondenza. Con la maggiore IVA ottenuta grazie all'esclusione della posta massiva dal servizio universale, lo Stato potrebbe invece direttamente alimentare un apposito "fondo di compensazione" già previsto dalla Legge, e finalizzato a garantire l'effettuazione del servizio universale, qualora per emergenze o ragioni impreviste esso andasse in perdita per il fornitore.
Ivan Catalano
Con il mio terzo emendamento ho proposto una modifica alla disciplina del servizio postale universale. Fra i servizi che esso ricomprende vi è infatti la c.d. posta massiva, ossia l'invio non della singola lettera, ma di grandi quantità di posta, prelavorata e standardizzata da parte del mittente. Gli utilizzatori sono non la singola persona fisica, ma clienti di tipo business e istituzionali, che per esempio la usano per inviare bollette ed estratti conto. Un servizio di questo genere è certamente fondamentale, ma non si comprende perchè dovrebbe essere sovvenzionato dalla collettività, a tutto vantaggio di banche, assicurazioni, fornitori di servizi e grandi imprese. Non a caso, già oggi esistono numerosi servizi privati paralleli ed equivalenti, forniti tra l'altro anche dalla stessa società Poste Italiane. Oltre al costo per i contribuenti, la copertura, da parte del servizio universale postale, della posta massiva determina una seria lesione della concorrenza tra gli operatori postali. Infatti, a parità di servizio offerto, l'invio con Poste Italiane della posta massiva è esente IVA, mentre gli invii dei concorrenti - non rientrando formalmente nel servizio universale - sono invece tenuti a pagare tale imposta. In tal modo, i concorrenti di Poste vengono messi automaticamente fuori mercato in relazione ad uno dei settori commercialmente più interessanti della corrispondenza. Con la maggiore IVA ottenuta grazie all'esclusione della posta massiva dal servizio universale, lo Stato potrebbe invece direttamente alimentare un apposito "fondo di compensazione" già previsto dalla Legge, e finalizzato a garantire l'effettuazione del servizio universale, qualora per emergenze o ragioni impreviste esso andasse in perdita per il fornitore.
Ivan Catalano
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