ho sottoscritto l'atto n°2/00435, presentato dall'On. Culotta del PD. L'interpellanza parla del previsto raddoppio ferroviario della Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono, sulla linea Palermo-Messina, totalmente finanziato, con un investimento di 960 milioni di euro, opera è «cantierabile» fin dal 2004; (rete ferrovia siciliana)
nel mese di ottobre 2005 viene affidato l'appalto del I lotto, la Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo, dal Committente (RFI) al contraente generale (Cefalù 20 S.C.A.R.L.), per 420 milioni di euro;
nel mese di novembre 2005 Italferr procede agli espropri per pubblica utilità delle aree necessarie alla «realizzazione del tratto Ogliastrillo-Castelbuono tra il chilometro 62+900 e il chilometro 74+876 (lotto II);
la conclusione di tali lavori doveva avvenire, da programma, entro la fine del 2010, una prima proroga ha slittato i lavori sul finire del 2012.
Ad oggi per quanto concerne il primo lotto risultano essere ultimati lavori per il 52 per cento rispetto al totale. Il resto risulta ancora in corso di realizzazione e procede con estrema lentezza considerato, inoltre, il quasi totale arresto delle attività dalla metà del 2011 alla metà del 2013. Per quanto riguarda per il secondo lotto allo stato attuale i lavori non hanno ancora avuto inizio;
il protrarsi delle attività e l'ulteriore rallentamento attuale hanno comportato e comportano dei danni notevolissimi per tutto il territorio interessato.
Occorre puntualizzare che la gran parte del territorio è ad alto rischio idrogeologico, tant’è che eventi meteorologici anche di non eccezionale entità, hanno procurato danni ingenti, isolando intere zone con rischi per la popolazione ivi residente. Si fa presente che la zona costiera in questione è un'area a forte vocazione turistica in cui si registrano migliaia di residenti, numerose strutture ricettive alberghiere del comprensorio che offrono circa 5.000 posti letto, il centro operativo di emergenza (COE) della Croce Rossa Italiana, allocata presso il CAPI (di proprietà del Ministero dell'interno e gestita dalla prefettura di Palermo) che assicura il concorso negli interventi di protezione civile su base nazionale e che in caso di calamità, dato lo stato di fatto, potrebbe essere impossibilitata a prestare soccorso alla popolazione.
nel mese di novembre 2005 Italferr procede agli espropri per pubblica utilità delle aree necessarie alla «realizzazione del tratto Ogliastrillo-Castelbuono tra il chilometro 62+900 e il chilometro 74+876 (lotto II);
la conclusione di tali lavori doveva avvenire, da programma, entro la fine del 2010, una prima proroga ha slittato i lavori sul finire del 2012.
Ad oggi per quanto concerne il primo lotto risultano essere ultimati lavori per il 52 per cento rispetto al totale. Il resto risulta ancora in corso di realizzazione e procede con estrema lentezza considerato, inoltre, il quasi totale arresto delle attività dalla metà del 2011 alla metà del 2013. Per quanto riguarda per il secondo lotto allo stato attuale i lavori non hanno ancora avuto inizio;
il protrarsi delle attività e l'ulteriore rallentamento attuale hanno comportato e comportano dei danni notevolissimi per tutto il territorio interessato.
Occorre puntualizzare che la gran parte del territorio è ad alto rischio idrogeologico, tant’è che eventi meteorologici anche di non eccezionale entità, hanno procurato danni ingenti, isolando intere zone con rischi per la popolazione ivi residente. Si fa presente che la zona costiera in questione è un'area a forte vocazione turistica in cui si registrano migliaia di residenti, numerose strutture ricettive alberghiere del comprensorio che offrono circa 5.000 posti letto, il centro operativo di emergenza (COE) della Croce Rossa Italiana, allocata presso il CAPI (di proprietà del Ministero dell'interno e gestita dalla prefettura di Palermo) che assicura il concorso negli interventi di protezione civile su base nazionale e che in caso di calamità, dato lo stato di fatto, potrebbe essere impossibilitata a prestare soccorso alla popolazione.
Risulta fortemente preoccupante il contenzioso tra il committente e il general contractor alla luce anche del provvedimento da parte di CEFALÙ 20 di licenziamento di ulteriori 46 lavoratori che costituisce un ulteriore dramma sociale per un territorio che già vive una drammatica situazione occupazionale. Tali provvedimenti di licenziamento si inseriscono in una politica da parte del general contractor di riduzione al minimo delle maestranze in forza per realizzare i restanti lavori tramite subappalti.
Ivan Catalano
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