Buongiorno a tutti,
Faccio seguito al precedente post e pubblico la risposta del Governo all'interrogazione 4-02515, riguardante una rapina a un ufficio di Poste Italiane in Sicilia. Vi allego, nuovamente, il testo dell'interrogazione e, a seguire, la risposta:
Risposta. — In via preliminare si fa presente che l'argomento trattato esula dalle competenze del Ministero dello sviluppo economico che ha compiti esclusivamente in materia di svolgimento del servizio postale universale, fermo restando l'attività di regolamentazione e di vigilanza svolta dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Ciò premesso in merito alla richiesta riguardante la rapina, risalente al mese di giugno 2008, perpetrata ai danni dell'ufficio postale di Catania, succursale 24, si informa sulla base di quanto riferito a riguardo dalla società Poste Italiane. Dalla ricostruzione della vicenda emerge quanto già risultò all'epoca dei fatti, ovvero l'esclusione di un nesso causale diretto, tra la condotta del dottor Francesco Diolosà, direttore del citato ufficio postale, e l'evento criminoso realizzatosi. In particolare, da quanto viene riferito dalla società Poste, nella relazione ispettiva redatta a seguito della rapina, si dava atto della consolidata prassi aziendale dell'epoca, di consentire, negli uffici postali non dotati di apposita sala consulenza, l'accesso dei clienti ai locali interni degli stessi, allo scopo di assicurare la massima riservatezza a coloro che intendessero concludere qualche investimento. L'insussistenza del nesso causale veniva ulteriormente confermato dalla descrizione, contenuta nella suddetta relazione ispettiva, dell'atteggiamento, oltremodo rassicurante tenuto dal cliente – successivamente rivelatosi rapinatore – che aveva chiesto al personale di sportello di poter trattare dei propri affari, in maniera riservata, con il direttore dell'ufficio postale. Nella citata relazione ispettiva, si evidenziava inoltre che, a prescindere dalla «identificazione dell'uomo [...], è ragionevole supporre che il disegno criminoso sarebbe stato portato a termine», confermando in tal modo l'insussistenza di un nesso causale, giustificativo dell'attribuzione di responsabilità. Stante quanto premesso, sulla scorta di ulteriori complesse analisi e valutazioni che hanno riguardato anche la pregressa condotta lavorativa del dottor Diolosà, il procedimento disciplinare si concluse con l'irrogazione di una ammonizione scritta. La valutazione aziendale, sia in termini gestionali che giuridici, in considerazione, dell'assenza di un nesso eziologico tra la condotta e l'evento dannoso, ha portato, da parte dell'azienda, all'esclusione di qualsiasi forma di responsabilità interna e, dunque, di azioni giudiziarie civili nei confronti del direttore dell'ufficio postale o di altri dipendenti. Conseguentemente l'azienda ha valutato, a seguito delle più volte citate attente analisi degli aspetti gestionali e giuridici della vicenda, di non procedere nei confronti di detto dipendente, al recupero degli importi. Poste Italiane ha reso noto, infine, che il procedimento scaturito dalla denuncia presentata dal dottor Francesco Diolosà, per la rapina all'ufficio postale di cui in premessa, è stato archiviato in data 25 giugno 2009, per essere rimasti ignoti gli autori del reato, come comunicato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Antonello Giacomelli.
Ringrazio il Sottosegretario Giacomelli per la risposta. Prendo atto del contenuto della stessa, rammaricandomi che le forze di polizia e le autorità inquirenti non siano riuscite a individuare i responsabili della rapina. Mi auguro che Poste, a tutela del proprio personale e dei propri utenti, prenda tutte le misure precauzionali atte a evitare - o quantomeno ostacolare - il ripetersi di tali atti criminosi.
Ivan Catalano
Faccio seguito al precedente post e pubblico la risposta del Governo all'interrogazione 4-02515, riguardante una rapina a un ufficio di Poste Italiane in Sicilia. Vi allego, nuovamente, il testo dell'interrogazione e, a seguire, la risposta:
Risposta. — In via preliminare si fa presente che l'argomento trattato esula dalle competenze del Ministero dello sviluppo economico che ha compiti esclusivamente in materia di svolgimento del servizio postale universale, fermo restando l'attività di regolamentazione e di vigilanza svolta dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Ciò premesso in merito alla richiesta riguardante la rapina, risalente al mese di giugno 2008, perpetrata ai danni dell'ufficio postale di Catania, succursale 24, si informa sulla base di quanto riferito a riguardo dalla società Poste Italiane. Dalla ricostruzione della vicenda emerge quanto già risultò all'epoca dei fatti, ovvero l'esclusione di un nesso causale diretto, tra la condotta del dottor Francesco Diolosà, direttore del citato ufficio postale, e l'evento criminoso realizzatosi. In particolare, da quanto viene riferito dalla società Poste, nella relazione ispettiva redatta a seguito della rapina, si dava atto della consolidata prassi aziendale dell'epoca, di consentire, negli uffici postali non dotati di apposita sala consulenza, l'accesso dei clienti ai locali interni degli stessi, allo scopo di assicurare la massima riservatezza a coloro che intendessero concludere qualche investimento. L'insussistenza del nesso causale veniva ulteriormente confermato dalla descrizione, contenuta nella suddetta relazione ispettiva, dell'atteggiamento, oltremodo rassicurante tenuto dal cliente – successivamente rivelatosi rapinatore – che aveva chiesto al personale di sportello di poter trattare dei propri affari, in maniera riservata, con il direttore dell'ufficio postale. Nella citata relazione ispettiva, si evidenziava inoltre che, a prescindere dalla «identificazione dell'uomo [...], è ragionevole supporre che il disegno criminoso sarebbe stato portato a termine», confermando in tal modo l'insussistenza di un nesso causale, giustificativo dell'attribuzione di responsabilità. Stante quanto premesso, sulla scorta di ulteriori complesse analisi e valutazioni che hanno riguardato anche la pregressa condotta lavorativa del dottor Diolosà, il procedimento disciplinare si concluse con l'irrogazione di una ammonizione scritta. La valutazione aziendale, sia in termini gestionali che giuridici, in considerazione, dell'assenza di un nesso eziologico tra la condotta e l'evento dannoso, ha portato, da parte dell'azienda, all'esclusione di qualsiasi forma di responsabilità interna e, dunque, di azioni giudiziarie civili nei confronti del direttore dell'ufficio postale o di altri dipendenti. Conseguentemente l'azienda ha valutato, a seguito delle più volte citate attente analisi degli aspetti gestionali e giuridici della vicenda, di non procedere nei confronti di detto dipendente, al recupero degli importi. Poste Italiane ha reso noto, infine, che il procedimento scaturito dalla denuncia presentata dal dottor Francesco Diolosà, per la rapina all'ufficio postale di cui in premessa, è stato archiviato in data 25 giugno 2009, per essere rimasti ignoti gli autori del reato, come comunicato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Antonello Giacomelli.
Ringrazio il Sottosegretario Giacomelli per la risposta. Prendo atto del contenuto della stessa, rammaricandomi che le forze di polizia e le autorità inquirenti non siano riuscite a individuare i responsabili della rapina. Mi auguro che Poste, a tutela del proprio personale e dei propri utenti, prenda tutte le misure precauzionali atte a evitare - o quantomeno ostacolare - il ripetersi di tali atti criminosi.
Ivan Catalano
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