mercoledì 10 giugno 2015

#CodiceDellaStrada avanzamento lavori A.C. 1512: Rinviato in commissione

Buongiorno a tutti,

pubblico oggi il mio intervento di lunedi 8 giugno, in discussione generale sul Testo Unificato riguardante le modifiche al Codice della Strada:

"Grazie, Presidente. Mi ritrovo nelle parole del presidente Meta riguardo a come è stato trattato il provvedimento anche al Senato, alla luce delle osservazioni che ha fatto. Anch'io condivido il fatto che, soprattutto per quanto riguarda il tema dell'ergastolo della patente e dell'omicidio stradale, si è un po’ andati dietro all'emotività e a quello che la cronaca ci porta all'attenzione ogni giorno, anche un po’ – credo – in maniera abbastanza anomala, un po’ come quando la stampa vuole attirare la nostra attenzione su determinati argomenti ce li ripropone tutti i giorni. Quindi, questo causa nella politica un impegno quasi emergenziale per definire un tema che, invece, andrebbe trattato in maniera più ragionevole e con maggior tempo.
Alla luce di quanto ha esposto il presidente, mi soffermo solamente su un'osservazione. Io intendo portare un ulteriore contributo al testo, che consiste in tre emendamenti nati da una discussione svoltosi a Roma il 23/10/2014, “Nuovi Modelli di Governance dalla distribuzione alla Smart Logistics”, presso il Campidoglio, tra vari soggetti fra i quali le associazioni dell’autotrasporto, il Governo e il Comune di Roma. Una delle maggiori problematiche della distribuzione urbana delle merci è stata individuata nella difficoltà di reperire piazzole per carico/scarico, spesso occupate da veicoli non commerciali. Le modifiche qui formulate prevedono, rispettivamente, l’utilizzo esclusivo delle piazzole di carico e scarico da parte dei soli veicoli commerciali, il correlativo divieto di sosta in tali aree per gli altri veicoli, la possibilità di rimozione dei veicoli in sosta presso le aree riservate al carico e allo scarico delle merci, nonchè la possibilità di sanzionare la sosta non autorizzata nelle aree di carico e scarico merci attraverso dispositivi omologati dal Ministero.
Porterò, appunto, all'attenzione del presidente questi tre emendamenti, nel Comitato dei nove, affinché si possa magari prevedere la possibilità di inserirli nel testo. Condivido anche la necessità esposta da parte del presidente di non creare un testo troppo voluminoso: come si sa, anche nella passata legislatura, la legge di modifica del Codice della strada è giunta all'esame con pochi articoli, per poi uscirne con un testo più esteso rispetto al primo. Quindi, cerchiamo di evitare questa situazione. La sede legislativa è a mio avviso importante. Non per fare polemica, ma la Commissione intera, quasi all'unanimità, era d'accordo sulla sede legislativa, tanto da raccogliere oltre il numero necessario per la presentazione della domanda, e, invece, abbiamo avuto un diniego da parte alcuni Dicasteri del Governo che, in prima battuta, se non ricordo male, avevano dato un assenso ufficioso alla trattazione in sede legislativa. A me personalmente e ad altri membri della Commissione questo ha generato un po’ di malumore. Quindi, vorremmo che questa situazione venga chiarita anche dal Governo. Per concludere, Presidente, mi unisco alle parole del presidente Meta e anch'io sono d'accordo per un eventuale rinvio in Commissione nell'attesa che il provvedimento riguardante la legge delega arrivi dal Senato."


Ivan Catalano

PS: riporto qui sotto il testo integrale dell'intervento che volevo fare nel caso in cui si fosse entrati nel merito.

  IVAN CATALANO. Grazie Presidente, la Commissione Trasporti, sin dall'inizio della presente legislatura, ha individuato nel Codice della Strada uno dei provvedimenti su cui concentrare la propria attività legislativa. Pertanto, abbiamo preso subito in esame la Legge Delega di Riforma del codice, attualmente in Senato e, parallelamente, una Legge di modifica puntuale, sui temi che abbiamo considerato più urgenti. Tali temi sono stati individuati all'esito di un acceso dibattito in Commissione e tramite un confronto continuo con il Governo. Quest'ultimo, in prima battuta, ha mostrato di condividere l'urgenza del provvedimento, e ha dato un ufficioso benestare alla trattazione in Commissione legislativa. Raccolte le firme necessarie tra i colleghi, ci siamo però visti respingere la richiesta in tal senso da parte dei tre dicasteri interessati. Ciò ha indubbiamente creato dei malumori all'interno della Commissione. Siamo comunque qui in Aula, confidando che quest'ultima non approfitti della procedura ordinaria per stravolgere un testo già oggetto di una completa riflessione da parte delle diverse forze politiche. Non mi soffermo sulla descrizione del provvedimento, già ottimamente illustrato nella nota tecnica della Camera. Mi soffermo invece, su alcuni punti di maggior rilievo politico. 
  Già ho avuto modo di esprimere le mie perplessità rispetto al nuovo reato di omicidio stradale e al c.d. ergastolo della patente. Entrambe le norme sono un pessimo esempio di legislazione introdotta a furor di popolo, sulla base di emozioni e non di riflessioni. Già esiste una forma aggravata di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale, punita con il carcere fino a 12 anni. La norma sull'ergastolo della patente prevede, per un reato grave, ma comunque colposo, una sanzione a tempo indeterminato, che malgrado la natura amministrativa sí presenta come altamente afflittiva. La natura perpetua della sanzione la rende insensibile al successivo comportamento del reo e solleva dubbi di compatibilità con il principio costituzionale della finalità rieducativa della pena. Andrebbe infatti ad applicarsi in situazioni eterogenee, senza alcuna possibilità di graduazione rispetto alla gravità del fatto, al grado di colpevolezza e alla pericolosità sociale del reo. Ciò smentisce che la nuova disposizione sia ispirata ad ammissibili finalità di prevenzione speciale, ossia a far sì che l'autore della violazione venga rieducato al rispetto della norma. O forse pensano che la prospettiva dell'ergastolo della patente dissuada i possibili contravventori più dei molti anni di carcere, già oggi previsti ? E davvero pensano che chi, violando una norma del codice della strada, ha ucciso un uomo e si è fatto anni di carcere, all'uscita riprenderà a guidare con maggior imprudenza che non il cittadino qualunque ? E che ne sarà invece del reinserimento sociale e prima di tutto lavorativo, di un soggetto che non potrà mai più guidare ? Non ci si è posti tali problemi, in quanto, lungi dal rieducare, si pensa solo a trasformare il colpevole in un esempio per tutti. Ciò non è solo incostituzionale, è inefficace. A chi ha proposto tale modifica vorrei chiedere che effetto hanno avuto i numerosi interventi che, negli ultimi anni hanno, via via inasprito le pene per l'omicidio colposo con violazione delle norme stradali, fino ad arrivare alla previsione, oggi, dell’«omicidio stradale». Si tratta di un intervento propagandistico, in linea con diversi interventi succedutisi negli ultimi anni in campo penale. Questi interventi, con le loro minacce di pene «esemplari» hanno indubbiamente garantito titoli di giornale ai loro proponenti, contribuendo però a erodere ulteriormente l'armonia e la coerenza del sistema giuridico senza offrire il benché minimo miglioramento alla sicurezza pubblica nel nostro paese. Ricordiamoci che la migliore garanzia di difesa della società dalla devianza non è la severità delle pene, ma l'infallibilità delle stesse. E quest'ultima richiede un sistema repressivo armonico e coerente, non il confuso stratificarsi di norme emergenziali. 
  I dubbi, per fortuna, non sono solo miei. Le Commissioni Giustizia e Cultura, scienza e istruzione della Camera, in sede di parere, hanno evidenziato i loro dubbi. La prima si è incentrata, in particolar modo, sul caso in cui siano dei minorenni alla guida. La seconda, invece, ha espressamente suggerito di «modificare la disciplina relativa alla revoca della patente di guida riconsiderando la previsione di una pena accessoria permanente e prevedendo la possibilità di riacquisire l'abilitazione suddetta sulla base della partecipazione a percorsi rieducativi e formativi». Anche la Commissione Giustizia del Senato, nella parallela discussione sulla Legge Delega al CDS, ha evidenziato i rischi di incostituzionalità, così che la previsione di ergastolo della patente è stata espunta. Essa è stata poi reintrodotta nel testo in discussione, comunque in forma moderata. L'emendamento a firma del Sen. Giacomo Caliendo, poi approvato, prevede la revoca non più definitiva ma per 12 anni, allungabili fino a 30 in presenza di determinate situazioni. 
  Vi invito, Onorevoli Colleghi, se ritenete opportuno introdurre questa nuova sanzione, a prevederla a tempo determinato. Per quanto riguarda la durata di tale sanzione, la scelta più opportuna sarebbe quella di modularla in base alla pena concretamente irrogata in sede penale. Altrimenti si potrebbe individuare tale durata entro una cornice edittale, ovvero un minimo e un massimo predeterminati. Nella definizione di tali valori, non si dovrebbe comunque superare la durata della sanzione penale astrattamente irrogabile per il relativo delitto. Se invece si volesse una pena accessoria fissa, quella di 5 anni pare una durata consona, tenuto conto delle pene irrogabili per il reato in questione, come da me proposto in sede emendativa in Commissione. 
  Passo ora a un altro punto, in tema di PA digitale e di banche dati. In Commissione è emersa la necessità di avere un archivio delle sanzioni amministrative irrogate per violazioni del CDS, Tale necessità è stata condivisa da tutte le forze politiche e dal Governo. Tuttavia, la soluzione individuata in sede di stesura del Testo Unificato andava a creare un doppione dei dati già detenuti dal MIT presso il Ministero dell'Interno, causando un aggravio di spesa. Mi sono opposto a questa scelta, proponendo invece di andare ad agire sulle comunicazioni al MIT effettuate dalle FFOO in occasione di verbali con decurtazione di punteggio (10.2). La proposta consisteva nell'estendere tale comunicazione a tutti i verbali. Una tale soluzione, fattibile nell'immediato, avrebbe comportato un maggior onere solo eventuale, sicuramente gestibile tramite la Gara d'appalto del CED della Motorizzazione. La mia proposta è stata bocciata dalla Commissione, che ha preferito quella del doppio archivio. Quest'ultima soluzione, però, è stata a sua volta bocciata dalla Commissione Bilancio, in ragione dei significativi nuovi oneri per la pubblica amministrazione che essa avrebbe generato. Tenuto conto di quanto sopra evidenziato, presenterò in aula un emendamento per riproporre la mia soluzione. 
  Intendo poi richiamare l'attenzione dei colleghi su un emendamento (1.0100), già approvato in Commissione, in materia di lunghezza totale degli autosnodati e filosnodati adibiti a servizio di linea per il trasporto di persone, destinati a percorrere itinerari stabiliti. Si punta a incrementare la lunghezza consentita di tali veicoli da 18 a 18.75 metri, così recependo quanto stabilito dalla Direttiva 96/53/CE. I benefici saranno notevoli per gli operatori nazionali del TPL, che potranno così ridurre i costi operativi per passeggero trasportato, a beneficio degli utenti e della sostenibilità finanziaria del servizio. Confido che l'Aula manterrà tale previsione. 
  Ripresenterò inoltre in aula il mio emendamento sui dispositivi anti-abbandono (7.03). Sono note le tragiche e non infrequenti vicende di cronaca relative a minori dimenticati all'interno di veicoli parcheggiati. In sede di dibattito in Commissione, il Governo ha espresso un parere contrario di natura tecnica, dovuto al fatto che qualsiasi ulteriore prescrizione di dotazione del veicolo deve necessariamente passare in sede comunitaria. Tuttavia, il mio emendamento andava ad agire direttamente sul sistema di ritenuta – per esempio il seggiolino – anziché sul veicolo, come da proposta originale del collega Garofalo, abbinata al provvedimento. 
  Desidero poi risollevare la questione del possibile utilizzo delle telecamere al fine di verificare la regolarità assicurativa dei veicoli, prevista dall'emendamento 9.100, approvato in Commissione. I costi sociali della circolazione di veicoli non assicurati in Italia sono ingenti. La collettività se ne fa in parte carico, attraverso il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, istituito con legge n. 990 del 1969. La necessità di tutelare beni giuridici – di primaria rilevanza – giustifica la predisposizione di forme di controllo, anche remoto, della regolarità assicurativa dei veicoli. Né sussistono, ormai, limiti tecnologici che impediscano od ostacolino tale controllo. Mi auguro che l'aula comprenderà l'importanza della previsione e la manterrà con convinzione. 
  Infine, intendo proporre in aula un set di emendamenti relativi alla distribuzione urbana delle merci. Essi seguono il dibattito «Nuovi Modelli di Governance dalla distribuzione alla Smart Logistics», svoltosi a Roma il 23/10/2014, presso il Campidoglio, con la partecipazione di associazioni dell'autotrasporto, del Governo e del Comune di Roma. Una delle maggiori problematiche della distribuzione urbana delle merci è stata individuata nella difficoltà di reperire piazzole per carico/scarico, spesso occupate da veicoli non commerciali. Le modifiche prevedono, rispettivamente, l'utilizzo esclusivo delle piazzole di carico e scarico da parte dei soli veicoli commerciali, il correlativo divieto di sosta in tali aree per gli altri veicoli (e la possibilità in tal caso di rimuoverli), nonchè la possibilità di sanzionare la sosta non autorizzata anche attraverso dispositivi omologati dal Ministero. Mi risulta, alla luce degli esiti del citato convegno, che il Governo sia favorevole. Confido che tutta l'aula colga la sfida oggi rappresentata dalla logistica urbana e sostenga le misure proposte, in quanto funzionali a un'ordinata ed efficiente sviluppo delle aree cittadine. 
  Grazie dell'attenzione.

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