questa settimana ritorna in discussione alla camera il testo sulla legittima difesa. Ho chiesto al mio collaboratore giuridico, Dott. Gabriele Fiorentini, di fare una analisi della norma prima e dopo le modifiche suggerite dal testo.
La pretesa politica dei proponenti della Lega Nord nel testo originale, più volta espressa anche con toni accesi, è quella di rendere legittimo ledere, o addirittura uccidere, un intruso nella propria dimora, superando quelle che sono le limitazioni che la legge attualmente prevede. C'è da ricordare che comunque la Lega Nord nel 2006 era già intervenuta con delle modifiche tese in questa direzione. Ad oggi chiunque, già secondo la legislazione vigente, in caso di dubbio circa l'esistenza di una causa di giustificazione, il giudice deve assolvere l'imputato, ai sensi dell'art. 530 c.p.p., comma 3.
Il messaggio che vuole passare è che se tu violi il mio domicilio posso disporre della tua vita togliendotela. A mio avviso è molto pericoloso e darebbe slancio a disordine sociale, più di quanto ce n'è ora. Presi dalla permissività della norma crescerebbero le richieste di porto d'armi, il mercato delle armi da fuoco e gli incidenti legati all'uso.
Il tentativo della Lega è stato sventato, con prassi parlamentari insolite, dalla maggioranza procedendo alla completa sostituzione del testo con uno nuovo. Il nuovo testo però non porta miglioramenti significativi, anzi porta nuovi dubbi e complicazioni interpretative.
I giudici dovrebbero accertare prima di tutto l'esistenza di un grave turbamento psichico in capo all'agente nel momento del fatto. In caso di esito positivo, dovrebbero accertare un doppio nesso causale: quello tra l'offesa dell'intruso e il turbamento, e quello tra quest'ultimo e la difesa "eccessiva" posta in essere dall'offeso.
Insomma un testo del tutto irricevibile a mio avviso. Mira soltanto, come già accaduto per l'omicidio stradale, a seguire la pancia e l'umore della popolazione andando ad aggravare il lavoro dell'autorità giudiziaria.
Ivan Catalano
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