Buongiorno a tutti,
oggi vorrei condividere una riflessione. Spesso ci chiediamo il motivo per cui le cose nel nostro paese difficilmente riescono a cambiare in meglio, anzi spesso e volentieri tendono a cambiare in peggio o a rimanere uguali a se stesse. Vi è un principio di conservazione in italia insito nel nostro modo di pensare e di agire come singoli e come collettività. Questo genera a mio avviso un accrescimento dell'entropia della nostra società, causando un immobilismo difficilmente sormontabile.
Per combattere questo fenomeno entropico serve necessariamente fare un salto culturale individuale, perché come diceva Gandhi, occorre essere il protagonisti del cambiamento che si vuole.
Spesso tendiamo a dare la colpa a cause esterne e sopratutto al comportamento degli altri, sopratutto quando ci viene leso un diritto.
Individuiamo il comportamento negativo solo quando è teso a ledere il diritto proprio da parte di un altro, ma non riusciamo ad individuare lo stesso comportamento fatto da noi verso altri, anche se non in malafede.
Prendiamo ad esempio il comportamento corporativo: "fondato sulla corporazione" che altro non è che la difesa da parte di piccoli gruppi chiusi dei propri interessi e/o privilegi di categoria. Chi non ha mai combattuto per la difesa di qualcosa, non importa la natura e il merito della cosa da difendere. Abbiamo avuto un periodo storico, nel medioevo e nel fascismo, dove la corporazione era una branca del diritto pubblico. Oggi questo concetto sopravvive nell'ambito dell'associazionismo, dove una collettività di persone si aggregano per conseguire uno scopo comune.
L'altro esempio è il comportamento mafioso, che nel senso più letterale del termine, nell'antico dialetto siciliano era il comportamento attinente alla "mafia" ovvero agli "spacconi", coloro i quali al potere della legge tendono a sostituire il potere o l’autorità o il prestigio personale, imponendo gli interessi propri o di un gruppo ristretto e difendendo a oltranza i propri amici, a danno d’altre persone. Nel tempo poi da difensori feudali, i mafiosi, sono diventate persone che attuano dei veri e propri comportamenti criminali, tant'è che oggi viene definito nel dizionario giuridico quella capacità di incutere nei terzi la paura di subire atti coercitivi da parte di una associazione di persone che "Si avvale della forza di intimidazione" ovvero del ricorso alla forza di intimidazione per realizzare i propri scopi.
Quindi, concludendo, quando in noi permangono comportamenti tesi a difendere interessi nostri o di amici, quando ci associamo compendo atti più o meno violenti, verbalmente o fisicamente, quando vogliamo assoggettare gli altri alle nostre volontà oppure quando riteniamo di agire nel bene sopra la legge, bhe in noi permangono in modo inconsapevole gli strascichi di questi comportamenti.
Da quando Augias ci disse nel 2014, che i nostri comportamenti nascondevano un fascismo inconsapevole, ovvero che non avevamo piena cognizione di ciò che facevamo, in me è nata una riflessione che comunque era partita da tempo, e che la stessa partecipazione al movimento 5 stelle mi aveva fatto nascere.
Dobbiamo appropriarci della consapevolezza con cui facciamo le cose, non ripetere vecchi schemi comportamentali, rinunciando all'interesse personale come unica leva che muove le nostre azioni, qualsiasi esso sia (vedi il mio post, "Dal lobbismo alla facilitazione per un rispetto dell'Articolo 67 della costituzione").
Ivan Catalano
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