Buongiorno a tutti.
Negli scorsi giorni, ho presentato un'interrogazione, cofirmata da alcuni colleghi del Gruppo Misto, di Scelta Civica e del PSI, in materia di disabilità e guida di veicoli, tema rispetto al quale voglio portare avanti il mio impegno con continuità (in particolare rispetto a CUDE, accessibilità delle infrastrutture e veicoli elettrici).
Oggetto dell'interrogazione è il destino del comitato tecnico interministeriale istituito ai sensi dell'articolo 119,
comma 10 del codice della strada con il compito di affrontare le
questioni connesse alla guida di veicoli da parte di persone con
disabilita, soppresso, insieme ad altri , dalla legge 7 agosto 2012 n. 135.
Tale soppressione si è rivelata, a posteriori, un errore. Nei suoi anni di attività il comitato ha infatti svolto un importante ruolo in sede di regolamentazione
normativa in materia di sicurezza e di qualità dei dispositivi speciali
di guida e ha consentito alle commissione mediche locali, deputate alla
valutazione dell'idoneità di guida ed alla prescrizione dei dispositivi
tecnici adeguati, di agire in modo omogeneo, grazie alle indicazioni
provenienti dallo stesso comitato. Il comitato era integrato da due rappresentanti nominati dalle
Federazioni nazionali di rappresentanza FAND (Federazione tra le
associazioni nazionali delle persone con disabilità) e FISH (Federazione
italiana superamento handicap), secondo quanto disposto dall'articolo
27 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, soggetti la cui partecipazione
peraltro era totalmente gratuita, ovvero a «costo zero» per la pubblica
amministrazione.
A fronte dell'importanza del lavoro svolto dal comitato, il
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha costituito un
organismo interno che svolge le funzioni precedentemente attribuite al
comitato, senza però contemplare la partecipazione degli esperti
indicati dalle associazioni dei disabili, che così non hanno modo di apportare il loro importante contributo tecnico. Questa mancanza, tra l'altro, contrasta con l'articolo 4 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata e resa esecutiva in Italia con legge
n. 18 del 3 marzo 2009, secondo il quale "nello sviluppo e
nell'applicazione della legislazione e delle politiche atte ad attuare
la presente Convenzione, come pure negli altri processi decisionali
relativi a temi concernenti le persone con disabilità, gli Stati Parti
si consulteranno con attenzione e coinvolgeranno attivamente le persone
con disabilità, compresi i bambini con disabilità, attraverso le loro
organizzazioni rappresentative".
Per questo, ho chiesto al Governo di valutare la ricostituzione del Comitato o, quantomeno, di consentire la partecipazione delle rappresentanze delle associazioni dei
disabili alle funzioni precedentemente svolte dal predetto comitato.
A presto.
Ivan Catalano
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