Come avevo comunicato nel mio post di ieri, oggi sono andato al funerale di Gianroberto Casaleggio.
Le mie aspettative non erano molte, pensavo che qualcuno mi avrebbe impedito di entrare, invece nessuno ha fatto opposizione, tranne una donna che non voleva farmi sedere in chiesa.
La messa fatta dal parroco è stata sobria, la predica normale. Gli unici due interventi sono stati fatti dai due figli, il più piccolo e il più grande Davide.
Davide iniziato il suo discorso, rivolgendosi alle persone presenti in chiesa, dicendo che molti non hanno realmente conosciuto suo padre. Tra le persone in chiesa c'erano in prima fila il "direttorio" al completo con Grillo, e via via gli eletti più influenti e gli intimi con Gianroberto. Ha parlato un po' come fece il papa ai parlamentari, con allusività.
Davide ha ritenuto di raccontarci un aneddoto dell'infanzia di suo padre, raccontatogli da una sua zia, che gli disse che da bambino quando voleva qualcosa, ad esempio dei giornaletti, lui non faceva i capricci, si sdraiava direttamente sulle rotaie del tram. Così facendo otteneva il suo giornalino.
Poi, per fare capire come agiva nei confronti degli altri, ci ha illustrato la storiella della stanza dei palloncini. Alla fine la morale della storia è che bisogna dare la felicità agli altri, "dare i palloncini", per poter essere felice, e suo padre faceva così. Durante la sua vita ha regalato molti palloncini. Quindi Davide ha esortato chiunque ne avesse ricevuto uno a tenerlo con se stretto e di farne tesoro.
Ci ha descritto suo padre come una persona audace, vedeva un futuro che per alcuni era impossibile e lo raccontava a tutti; ostinato perché non mollava mai la presa fino al raggiungimento dell'obbiettivo ed infine lo ha descritto come un grande lavoratore, non aveva giorni di pausa nemmeno il weekend.
Quando lo ha detto ho percepito dalla sua voce un velo di tristezza, io so cosa vuol dire per un bambino non vedere mai il padre perché lavora il week end, la solitudine che si prova e il desiderio di affetto. Fortunatamente si può rimediare da grandi. Da come lo ha detto mi è parso di capire che così non è stato.
In definitiva Gianroberto è stato descritto come un uomo che avrebbe fatto di tutto per arrivare a raggiungere il suo obbiettivo, perfino ad usare la paura (esempio del tram).
Alla fine ho ottenuto la mia risposta, il tassello che mi mancava per capire il perché della nascita del M5S. Gianroberto aveva un sogno, quello di cambiare qualcosa nel paese. Per realizzare questo sogno ha fatto di tutto, ha ingannato molte persone che hanno dedicato la loro vita persuasi da questo, facendolo proprio. Si è servito di Grillo, come comico in vista, per diffondere questo sogno, gli veniva naturale dati i temi trattati nei suoi spettacoli.
Era tutto un suo sogno.
Noi solo pedine per permettergli di realizzarlo.
Ha ingannato molti con la disinformazione mediante il click-baiting, senza guardare in faccia a nessuno, diffondendo scemenze e finta informazione, che spacciava per libera e imparziale scelta dalla rete. Doveva creare una massa critica, da cui ricavarci anche i soldi necessari per il sostentamento del progetto, sfruttando le regole della pubblicità online. Ha trattato tutti da perfetti imbecilli e ha sfruttato questa cosa per avere consenso, per distribuire il suo sogno affinché altri lo portassero a compimento al suo posto.
Dalla conclusione del discorso di Davide, quando ha detto che chi avesse il sogno di suo padre doveva portarlo a termine come faceva lui, ho intuito un tentativo di distacco, quasi di odio verso questa creatura politica che ossessionava il padre. Non so se verrà confermata dai fatti.
Ora che Gianroberto non c'è più, chissà chi farà questo proselitismo diffondendo come lui il sogno usando tutti i metodi necessari senza guardare in faccia a niente e a nessuno.
Non so chi avrà questo coraggio di "mettersi sulle rotaie del tram" per arrivare all'obbiettivo e chi invece si metterà a fare i capricci.
Con il discorso Davide, ha come cercato di dire, mediante simboli, che è stato tutto "un sogno" di un uomo (malato ndr), che voleva ad ogni costo cambiare il paese, ma che non ha lasciato che questo, un sogno. Niente dietro, nemmeno il modo di come poi questo sogno avrebbe dovuto cambiare il paese (come invece noi avevamo immaginato, ndr). Forse non ci aveva pensato, o forse sarebbe stato "un palloncino" che avrebbe dato a qualcuno più avanti. Forse a lui interessava solo realizzare un "boom" che scombussolasse un po le carte in tavola. Forse qualcuno ha usato lui, mentre altri non ci sono stati a questo gioco, come ad esempio il suo socio in affari.
Io non ho mai ricevuto un palloncino, per fortuna.
Il #m5s era un sogno di un uomo. E con la sua morte è morto anche'esso.
Riposa in pace
Ivan
Ps: forse ho sbagliato a non conoscerlo ma il suo sguardo gelido quella volta lo ha impedito.
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