Buongiorno a tutti.
Il ballottaggio appena concluso ha disegnato un nuovo scenario amministrativo. Il Movimento 5 Stelle è stato scelto dagli elettori per guidare due città importanti come Torino e Roma. Buon lavoro!
Ho ragionato molto in questi giorni e spesso la rabbia dell'esperienza negativa che ho vissuto nel m5s ha condizionato la visione lucida a posteriori. Io non avrei votato a queste elezioni, se proprio avessi dovuto farlo avrei votato radicale, lo ho scritto più volte.
Ora però a freddo posso dare un giudizio a ciò che è successo. In Italia stiamo assistendo alla creazione di un sistema tripolare. Il famigerato tanto desiderato terzo polo è arrivato. I cittadini hanno scelto che tale polo dovesse essere rappresentato dal M5S.
E' arrivato nel peggiore dei modi, partendo da delle illusioni, passando per condizionamenti e opere di fidelizzazione, ma ora è qui. (io ne ho fatto parte illudendomi ma mai facendomi condizionare, sigh!)
Cosa causa questo fenomeno? In caso di ballottaggio si realizza il detto: "tra i due litiganti il terzo gode". Tutto sta nel comprendere i ruoli.
L'astensionismo aumenta, non ci sono nuovi elettori e quelli che rimangono faticano a scegliere. La politica si avvicina sempre di più alle logiche fideistiche e calcistiche, dove chi milita fedelmente tende a continuare a militare e chi cambia riceve l'unto del traditore. Le persone decidono di votare seguendo il detto: "il nemico del mio nemico è mio amico".
Nessun cambiamento culturale in vista, occorrono riforme costituzionali necessarie per rendere il nostro paese più veloce a governare i cambiamenti, invece che farsi governare da essi. Serve responsabilità dell'azione, unità del paese e visione comune di dove vogliamo andare.
Dobbiamo scoprire che tutti siamo componenti di questa società, smetterla di farci gli sgambetti, di competere per vivere e per riceve la raccomandazione per un posto fisso. Smetterla di discriminarci a vicenda per ottenere un tornaconto personale, per invidia e/o gelosia.
La repubblica deve rimuovere gli ostacoli alla libertà (art. 3 comma 2 della costituzione) ma la repubblica è composta da 60 milioni di abitanti e siamo noi chiamati a farlo, non qualcuno delegato al momento del voto.
Se c'è qualcosa che mi ha insegnato questa tornata elettorale è che bisogna cambiare, ma non esteticamente ma culturalmente. Cambiare gli amministratori non serve se chi è il mandante di essi non cambia, a sua volta, modo di vedere le cose e la società.
Roma è una città difficile e il primo compito del Sindaco è di cercare di cambiare i romani. Se i romani non cambiano nulla cambierà, perché da solo un amministratore non può cambiare niente. Ma il cambiamento non deve avvenire con condizionamenti, mediante anche l'uso dei social media e delle loro proprietà stupefacenti, ma con la partecipazione, quella vera.
Ivan Catalano
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