Buongiorno, oggi vorrei condividere una riflessione in merito al Decreto Vaccini, 73/2017, ora in discussione al senato, A.S. 2856.
Il dibattito di questi mesi intorno all'obbligo vaccinale introdotto dal testo, ha spinto gli opinionisti a dibattere sulla efficacia o meno dei vaccini, nell'assolvere la funzione preventiva. A mio avviso però il terreno della discussione è un altro: la legittimità costituzionale di imporre un Trattamento Sanitario individuale come obbligatorio, mediante Decreto Legge.
Questo aspetto è di fondamentale importanza. Io dubito fortemente che sia legittimo per due motivi di fondo: non c'è nessuna urgenza, come dichiarato dal Presidente Gentiloni in conferenza stampa, e non è possibile derogare l'articolo 32 della costituzione senza una effettiva emergenza sanitaria.
Quella sanitaria rientra tra le emergenze previste dall'Articolo 5 della Legge 225/1992, la quale afferma che: "il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri [...] delibera lo stato d'emergenza, fissandone la durata e determinandone l'estensione territoriale con specifico riferimento alla natura e alla qualità degli eventi e disponendo in ordine all'esercizio del potere di ordinanza". Non c'è stata nessuna emergenza deliberata dal Presidente Gentiloni. Ritengo che, qualora sussistesse un rischio epidemiologico, questo vada affrontato per ogni singola malattia. Es: sussiste rischio epidemiologico per la meningite (vaccino reso obbligatorio)? Si o no? (la risposta è no e ce l'ha da l'ISS) In caso di risposta affermativa, si emette l'ordinanza e si prendono i provvedimenti urgenti, temporanei (non definitivi) per risolvere l'emergenza. Se non c'è, nessun trattamento può venire reso obbligatorio per presunte paure, non meglio dimostrate.
La Ministro Lorenzin, quindi, sostiene che occorre prevenire l'emergenza, sventando il rischio epidemico, raggiungendo la percentuale di soggetti vaccinati, per raggiungere l'"immunità di gregge" da vaccinazione. L'immunità di gregge data dalla vaccinazione è un tema discusso sin dagli anni 60/70, ancora oggi la comunità medica non ha ben chiaro se funzioni, per eradicarle, per tutte le malattie. Per alcune, il raggiungimento di tale soglia ha consentito l'eradicazione della malattia, ma per altre invece no, anzi risulta utopica nei confronti, ad esempio, del morbillo. Il Dr. Hedrich A.W. aveva "analizzato le notifiche di morbillo a Baltimora, Maryland, tra gli anni 1900 e 1931 e aveva dimostrato, cumulando le notifiche specifiche dell'età, che epidemie del morbillo appaiono quando la proporzione immune tra i bambini (meno di 15 anni) scende al di sotto del 55 per cento. Infatti, se tutti i soggetti di età superiore a 15 anni sono immuni, la stima del 55% di immunità tra i meno di 15 anni corrisponde approssimativamente al 90% di immunità tra la popolazione totale ed è quindi coerente con la teoria discussa sopra e le stime semplici Di RoH" (cit. Hedrich AW. Monthly estimates of the child population "susceptible" to measles, 1900- 1931, Baltimore, MD. Am J Hyg 1933;17: 613-36). Secondo i suoi studi, garantendo una immunità del 55% dei bambini sotto i 15 anni (che vuol dire anche immuni naturali), si sarebbe garantita la copertura dalla malattia per il 90% della popolazione. Oggi si vuole portare la copertura vaccinale dei bambini in modo obbligatorio al 95%, esponendoli a inutili rischi da reazione avversa e a complicazioni future.
Con il decreto dunque, si afferma la Scienza di Stato in ambito medico sulla vaccinazione. Una scienza che non ha verità da offrire alla politica e nemmeno metodo scientifico per valutarle, per questo rivolgersi alla medicina è facoltà dell'individuo. Il compito dello Stato è quello di garantire un servizio sanitario nazionale e un sistema di welfare tale da consentire il diritto alla salute, ma non l'obbligo terapeutico. Ogni volta che un cittadino decide di avvalersi di un trattamento sanitario ne è diretto responsabile in caso di conseguenze sul suo corpo, sia positive che negative, a meno di imperizia medica o di evidenti responsabilità del medico curante. In definitiva deve acconsentire al trattamento.
La vaccinazione è una pratica che comporta dei rischi, come tutte le terapie. Il parlamento, nel 1992, decise di approvare la legge 210, che istituiva l'indennità da danno da vaccinazione, per vaccini obbligatori. La Corte Costituzionale ha poi nel corso degli anni ha poi esteso questi riconoscimenti anche ai vaccini raccomandati.
Ma cosa sta succedendo di fortemente pericoloso: la Scienza di Stato si comporta da organo inquisitore. L'Ordine dei Medici, organo politico non scientifico, abilitante alla professione per il settore, ha cominciato a espelle medici (Es: Dr. Dario Miedico) sulla base delle loro opinioni circa la sicurezza dei vaccini e della pratica vaccinale, su disposizioni della Fnomceo.
I danni da vaccino esistono, la recente giurisprudenza della CURIA europea, ha dimostrato come non serva nemmeno in nesso di causalità diretta, per affermarlo. Il danno da vaccino è riconosciuto dalla legge, ma con un Decreto coercitivo, che non lascia spazio alla possibilità Consenso Informato o ad un Dissenso altresì informato, andremo in contro a un serio rischio per la salute individuale delle persone, di cui lo stato non si farà moralmente carico.
Come faranno queste persone a difendersi, a pretendere riconoscimento, se i medici che li supportano vengono radiati dagli ordini e quindi non più abilitati alla professione?
Questo testo è incostituzionale, tutto ciò che sta avvenendo lo è. Purtroppo però per fare valere questo diritto, con un parlamento che pare sordo e cieco davanti a questo pericolo, l'unico modo è unirsi e fare ricorso alla Corte Costituzionale. Fare disobbedienza civile, rifiutarsi se si ritiene in pericolo la propria vita, come ci si può rifiutare di curarsi contro il cancro o di fare un intervento chirurgico.
La popolazione non è a rischio epidemie, addirittura non tutte le vaccinazioni richieste sono per malattie infettive contagiose (vedi l'anti-tetanica, malattia infettiva acuta non contagiosa). La fiducia nelle istituzioni con norme come questa calerà e non si riprenderà.
Forse le motivazioni si ritrovano nelle parole del relatore della commissione affari costituzionali del senato quando dice che: "Ritiene poi necessario stabilire l'obbligatorietà del piano vaccinale, anche per superare resistenze dovute a scarsa informazione".
La scarsa informazione non la può stabilire il Governo, la libertà di informarsi e dare il proprio consenso fa del nostro paese una democrazia, la negazione ne fanno un regime.
Ivan Catalano
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