da più di un anno, insieme al Gruppo Civici e Innovatori, sto lottando per garantire, anche nel nostro paese, la libertà di scelta da parte dell'utente della propria apparecchiatura terminale per l'accesso a internet, libertà prevista dal Regolamento UE 2120/2015 ma tuttora negata da molti operatori di telefonia, che impongono ai propri clienti l'uso esclusivo dei propri apparati. L'ultimo capitolo di questo mio impegno è stata un'interpellanza urgente al Ministro Calenda, finalizzata a dare all'AGCOM dei poteri sanzionatori effettivi che si è tradotto in un emendamento nella Legge Europea 2017. Ad oggi infatti l'Autorità può irrogare sanzioni che, per il loro importo modesto, possono essere spesso e volentieri ignorate dagli operatori telefonici.
Mi è arrivata, negli scorsi giorni, una segnalazione che oggi, per il tramite del mio legale, ho fatto immediatamente trasmettere all'AGCOM. In particolare, un utente, dopo aver acquistato un nuovo router
Fritz!Box 7590 che supporta il profilo a 35b (200 mega) per
la connessione VDSL, si è accorto che questo non può
connettersi, su linea TIM, oltre i 100 mega, non permettendo
il profilo 35b ma solo il più lento 17a. Visto che il
problema è comune a tutti gli utenti che hanno acquistato
questo router, il produttore AVM ha avviato un'indagine,
concludendo che il problema è delle centraline (DSLAM) di
TIM che in pratica non forniscono il profilo più veloce a
router che non montano chipset della stessa marca dei router
da loro forniti in comodato. Quindi di fatto TIM
starebbe imponendo il proprio router non solo per le chiamate
VOIP, ma anche per le connessioni a internet alla massima
velocità. Anche il produttore AVM, contattato dall'utente, ha valutato, dopo aver fatto le necessarie analisi, "che la configurazione attuale dei centralini di
comunicazione interessati sia errata e auspichiamo una
pronta risoluzione del problema da parte di Telecom
Italia".
Spero che, grazie all'interessamento anche di AGCOM, Telecom Italia provveda a una pronta correzione di tale "errore", se di errore si tratta.
Continuerò a seguire la vicenda, a presto.
Ivan Catalano
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