L'11 Marzo 2014 la Commissione Trasporti ha svolto l’audizione del Viceministro dell’economia e delle finanze, Enrico Morando, nell’ambito dell’esame degli schemi di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla determinazione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di alienazione della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale, rispettivamente, di Poste italiane Spa e di ENAV Spa.
Il Viceministro ha dichiarato che dall'alienazione di quote di poste (40%) e di Enav (49%) si ricaveranno circa 5 miliardi di euro, soldi che andranno nel Fondo Ammortamento Titoli di Stato per rimborsare il debito in scadenza e riacquistare i titoli di debito pubblico dal mercato.
Le privatizzazione hanno l'effetto che ha la "Tachipirina" quando abbiamo la febbre, semplicemente abbassano l'esposizione debitoria, ma non risolvono la causa primaria del ricorso al debito.
Il Viceministro, L'ing. Sarmi (AD della società) ci hanno confermato che l'azienda è in buona salute e che può essere venduta in quanto in ottime condizioni economiche. Ma dal comunicato della Corte dei Conti del 7 marzo 2014 si legge che: "Dall’esame dei dati gestionali di Poste italiane S.p.A. per il 2012 emerge che la Società ha chiuso l’esercizio con un risultato positivo di € 722,2 mln ed in aumento del 3,4% sul precedente esercizio (€ 698,5 mln), di cui € 342,7 mln di competenza del Patrimonio BancoPosta; all’utile ha contribuito l’iscrizione in bilancio del provento straordinario di € 270,3 mln, corrispondente alla somma per la quale la Società ha presentato istanza di rimborso a seguito del riconoscimento, attuato dal D.L. 201 del 2011, dell’integrale deducibilità dall’imponibile IRES dell’IRAP sostenuta sul costo del lavoro a valere dall’esercizio 2012. Anche senza tener conto del citato provento straordinario, il risultato realizzato nell’anno in riferimento sarebbe stato positivo per € 451,9 mln, sebbene inferiore del 35,3% rispetto al 2011.
L’Assemblea degli Azionisti dell’8 maggio 2013, ha stabilito di destinare l’utile d’esercizio di Poste italiane S.p.A. per € 36,1 mln a Riserva legale, per € 342,7 mln (che rappresenta l’utile del Patrimonio BancoPosta) a Risultati portati a nuovo con destinazione al Patrimonio BancoPosta, per € 250,0 mln a titolo di dividendo all’Azionista e l’importo residuo di € 93,5 mln ai Risultati portati a nuovo.
I ricavi totali si sono attestati a € 9.485 mln in diminuzione del 2,8% sul precedente esercizio. L’andamento economico dell’anno è stato caratterizzato dall’aumento della disparità di fatturato realizzato dalle due aree di business: da un lato i Servizi Postali che, come avviene da tempo, hanno realizzato ricavi inferiori del 10,4% rispetto al precedente esercizio; dall’altro i Servizi BancoPosta che mantenendo risultati positivi e in crescita (+3,5% sul 2011) riescono a compensare parzialmente le criticità sofferte dal Servizio Postale.
I costi si sono complessivamente incrementati del 2,1% sul 2011 per effetto, essenzialmente dell’aumento degli interessi passivi riconosciuti sulle giacenze della clientela privata e sulle operazioni di Pronti contro termine. L’onere più rilevante (68,2%) è rappresentato dal Costo del lavoro che registra la lieve diminuzione dello 0,2% sul 2011.
La dinamica dei ricavi e dei costi ha portato al Risultato operativo e di intermediazione (Ebit) di € 950,7 mln, diminuito del 32,2% rispetto al precedente esercizio (€ 1.401,8 mln).
Il Patrimonio netto della Società, alla chiusura dell’esercizio, è pari a € 4.312,9 mln incrementato di € 2.311,1 mln rispetto all’anno di comparazione per effetto, principalmente, delle oscillazioni positive degli investimenti in titoli del Patrimonio Bancoposta."
Dal minuto 39 del video, potete ascoltare il mio intervento nel quale denuncio una situazione riguardo al mancato controllo di Banca d'Italia, in merito alla vicenda Lost Pay e all'ingerenza dei Sindacati nella gestione del personale, situazioni più volte denunciate nelle interrogazioni parlamentari da me presentate (Link 1, 2)
Chi ha ragione?
Il Viceministro, L'ing. Sarmi (AD della società) ci hanno confermato che l'azienda è in buona salute e che può essere venduta in quanto in ottime condizioni economiche. Ma dal comunicato della Corte dei Conti del 7 marzo 2014 si legge che: "Dall’esame dei dati gestionali di Poste italiane S.p.A. per il 2012 emerge che la Società ha chiuso l’esercizio con un risultato positivo di € 722,2 mln ed in aumento del 3,4% sul precedente esercizio (€ 698,5 mln), di cui € 342,7 mln di competenza del Patrimonio BancoPosta; all’utile ha contribuito l’iscrizione in bilancio del provento straordinario di € 270,3 mln, corrispondente alla somma per la quale la Società ha presentato istanza di rimborso a seguito del riconoscimento, attuato dal D.L. 201 del 2011, dell’integrale deducibilità dall’imponibile IRES dell’IRAP sostenuta sul costo del lavoro a valere dall’esercizio 2012. Anche senza tener conto del citato provento straordinario, il risultato realizzato nell’anno in riferimento sarebbe stato positivo per € 451,9 mln, sebbene inferiore del 35,3% rispetto al 2011.
L’Assemblea degli Azionisti dell’8 maggio 2013, ha stabilito di destinare l’utile d’esercizio di Poste italiane S.p.A. per € 36,1 mln a Riserva legale, per € 342,7 mln (che rappresenta l’utile del Patrimonio BancoPosta) a Risultati portati a nuovo con destinazione al Patrimonio BancoPosta, per € 250,0 mln a titolo di dividendo all’Azionista e l’importo residuo di € 93,5 mln ai Risultati portati a nuovo.
I ricavi totali si sono attestati a € 9.485 mln in diminuzione del 2,8% sul precedente esercizio. L’andamento economico dell’anno è stato caratterizzato dall’aumento della disparità di fatturato realizzato dalle due aree di business: da un lato i Servizi Postali che, come avviene da tempo, hanno realizzato ricavi inferiori del 10,4% rispetto al precedente esercizio; dall’altro i Servizi BancoPosta che mantenendo risultati positivi e in crescita (+3,5% sul 2011) riescono a compensare parzialmente le criticità sofferte dal Servizio Postale.
I costi si sono complessivamente incrementati del 2,1% sul 2011 per effetto, essenzialmente dell’aumento degli interessi passivi riconosciuti sulle giacenze della clientela privata e sulle operazioni di Pronti contro termine. L’onere più rilevante (68,2%) è rappresentato dal Costo del lavoro che registra la lieve diminuzione dello 0,2% sul 2011.
La dinamica dei ricavi e dei costi ha portato al Risultato operativo e di intermediazione (Ebit) di € 950,7 mln, diminuito del 32,2% rispetto al precedente esercizio (€ 1.401,8 mln).
Il Patrimonio netto della Società, alla chiusura dell’esercizio, è pari a € 4.312,9 mln incrementato di € 2.311,1 mln rispetto all’anno di comparazione per effetto, principalmente, delle oscillazioni positive degli investimenti in titoli del Patrimonio Bancoposta."
Dal minuto 39 del video, potete ascoltare il mio intervento nel quale denuncio una situazione riguardo al mancato controllo di Banca d'Italia, in merito alla vicenda Lost Pay e all'ingerenza dei Sindacati nella gestione del personale, situazioni più volte denunciate nelle interrogazioni parlamentari da me presentate (Link 1, 2)
Chi ha ragione?
Ivan Catalano
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