Buongiorno a tutti.
Sono iniziati i lavori per la prossima Legge di stabilità 2016 (ex "Legge Finanziaria"). In tale sede, il Parlamento delinea i cambiamenti fondamentali nella distribuzione delle risorse pubbliche per l'anno (anzi il triennio) successivo. Da ieri, è partito l'esame degli emendamenti alla Commissione Bilancio del Senato. Fra questi, vi sono anche alcuni miei emendamenti, che ho presentato per il tramite e con la fattiva collaborazione del Senatore Luis Orellana e della Senatrice Laura Bignami, i quali si sono dimostrati assai sensibile ai temi oggetto degli emendamenti.
I primi (42.0.14, pag. 266 e 43.39, pag. 40) hanno ad oggetto il c.d. retrofit elettrico di veicoli circolanti. L'Articolo 17-terdecies del Decreto Legge 22 Giugno 2012 n. 83 ha infatti previsto la possibilità, per varie categorie di veicoli già in circolazione, di sostituire l’attuale motore a combustione con un motore elettrico. Proprio in questi giorni, dopo avere passato il vaglio della Commissione Europea e del Consiglio di Stato, le norme tecniche regolamentari di attuazione del citato articolo entreranno in vigore. Il retrofit consente di ammodernare le parti motrici mantenendo invece operative quelle parti del veicolo meno soggette a usura e obsolescenza (a cominciare dalla struttura e dalla carrozzeria), con un risparmio, rispetto all’acquisto di un nuovo veicolo elettrico, stimabile in quasi il 50%. L’uso della mobilità elettrica, sia per i suoi limiti (minore autonomia e limitata velocità massima), sia per i suoi vantaggi (assenza di emissioni inquinanti) risulta ottimale in ambito urbano. Attraverso il retrofit, diventa possibile aumentarne anche la convenienza economica così da controbilanciare uno dei maggiori limiti alla sua diffusione.
Gli emendamenti mirano al recupero e a un più efficace impiego delle somme attualmente residuate sul Fondo di cui all’articolo 4, comma 19, della legge 9 dicembre 1998, n. 426, già destinate a promuovere il rinnovo del parco veicolare con veicoli a minimo impatto ambientale. La nuova destinazione prende la forma dell’incentivo alle imprese e prevede, accanto all’acquisto di nuovi veicoli, la possibilità di riqualificare, come sopra esposto, veicoli già in uso.
In una simile direzione si muovono altri emendamenti (43.13, pag. 13 e 43,16, pag. 16), miranti a includere anche la riqualificazione elettrica degli autobus fra i possibili impieghi delle risorse del Fondo istituito, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dall'art. 43, comma 5, e destinato al raggiungimento degli standard europei del parco mezzi destinato al trasporto pubblico locale e regionale.
Infine, ho previsto un articolato emendamento in materia di risorse dell'autotrasporto (44.0.5, pag. 96), che non comporta nuove spese per l'erario ed è anzi funzionale a un uso più efficace di quelle già disponibili.
Attualmente, una parte cospicua - pari a circa il 40% - delle risorse destinate annualmente all’autotrasporto vengono assegnate all’Albo degli Autotrasportatori. Quest’ultimo, ai sensi dell’art. 2, comma 3, del decreto Legge 28 dicembre 1998, n. 451, convertito con Legge n. 40 del 1999, pone così in essere interventi per la protezione ambientale, per la sicurezza della circolazione e finanzia un sistema di riduzione compensata dei pedaggi autostradali. Tale ultimo compito, come si evince dall’ultima Direttiva del Ministro dei Trasporti del 17/07/2014 n. 321, finisce per assorbire la quasi totalità delle risorse di cui si discorre. Vale la pena di osservare che le forme di finanziamento del trasporto di merci che si risolvano in un sussidio alla sola modalità di trasporto - quella su gomma - foriera delle maggiori esternalità negative, risultano, in un ottica di lungo periodo, del tutto insostenibili. Ciò anche alla luce dei nostri impegni in sede UE. Il paese non può d’altra parte permettersi di perdere l’intero comparto dell’autotrasporto, consegnando tale mercato alla concorrenza straniera. E’ quindi necessario intervenire in modo graduale, in un’ottica di trasformazione dei sussidi in incentivi all’innovazione, all’aggregazione e all’integrazione intermodale delle imprese del settore.
La compensazione dei pedaggi autostradali è oggi fra i primari fronti di intervento. Come evidenziato criticamente, già con delibera 8/2014/G, dalla Corte dei Conti, “relativamente ai contributi per sicurezza e ambiente, si osserva l’assoluta prevalenza della destinazione al pagamento dei pedaggi (oltre il 90%), e, quindi, a spese correnti. Il meccanismo progressivo sulla base del fatturato ha stimolato la nascita di consorzi di acquisto collettivo finalizzati prevalentemente alla massimizzazione del beneficio, che riducono l’importo netto disponibile per la misura. Ma, soprattutto, la maggior parte delle risorse per il rimborso dei pedaggi è destinata ad annualità precedenti. E’, pertanto, necessario ricondurre progressivamente le previsioni di spesa alle risorse effettivamente stanziate per ogni esercizio, accelerando le procedure di erogazione delle risorse.” La Corte ha quindi evidenziato, fra l’altro, come l’attuale minimo di fatturato di pedaggi, combinato con l’esistenza di scaglioni non proporzionali di compensazione, spinga le imprese a rivolgere le proprie richieste per il tramite di cooperative ad hoc e società di servizi legate alle associazioni di categoria. Società che, attraverso tale meccanismo trattengono poi la differenza tra la maggior percentuale spettante a tutte le società gestite in forma aggregata, grazie allo scaglione superiore così raggiunto, e quella minore che spetterebbe alla singola società. Viene da domandarsi perché lo Stato debba foraggiare una tale forma di intermediazione parassitaria. Le modifiche previste dal comma 150ter eliminano l’irragionevole sistema di contributi non proporzionali (la cui ratio è di per sè piuttosto discutibile) e pongono fine al fenomeno sopra citato. Ciò consente, con il comma 150bis, di destinare le ingenti risorse così liberate: 1) al potenziamento della sicurezza 2) a interventi di efficientamento ambientale 3) a favorire gli investimenti nel settore, garantendo l’operatività alla Sezione speciale per l’Autotrasporto del Fondo di Garanzia per le PMI.
Ringrazio i colleghi ancora per la collaborazione. Spero di poter avviare un dialogo costruttivo all'interno di entrambe le Camere su queste proposte, su cui spero converga, anche in ragione del loro carattere pragmatico, un ampio consenso.
A presto.
Ivan Catalano
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