Oltre un anno fa, presentai un'interrogazione al MIUR in materia di creative commons. Si tratta di clausole, finalizzate alla circolazione di opere protette dal diritto d'autore, che offrono soluzioni allo stesso tempo semplici e flessibili per consentire ai titolari dei relativi diritti di condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello «alcuni diritti riservati».
Il MIUR, negli scorsi giorni, mi ha inviato una risposta, con la quale ha indicato i vari progetti che il Ministero sta portando avanti in materia.
Prima di tutto, in applicazione dell'art. 6 della Legge 128 del 2013, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca desidera accellerare l'attuazione dell'autoproduzione di libri digitali, in particolare assicurando, alla luce della normativa vigente, che le scuole abbiano criteri certi per quanto riguarda l'autoproduzione di contenuti didattici digitali.
Inoltre, già nel corso del 2015, "il MIUR ha preselezionato alcuni progetti sperimentali che, in risposta a un apposito bando (che si concluderà entro l'estate prossima con la premiazione dei proponenti che avranno conseguito i migliori risultati), hanno previsto la messa a punto e il successivo sviluppo di massive online open courses (MOOC), corsi on-line aperti ad un numero illimitato di studenti per i quali era condizione indispensabile, oltre all'accesso gratuito per garantire la fruizione massiva del corso, anche il rilascio di licenze creative commons sia da parte di soggetti privati sia da parte di soggetti pubblici e in particolare degli Atenei."
Il Ministero, giustamente, ha comunque ricordato che gli Atenei godono di un'ampia autonomia, che si riflette anche in questa materia. Ogni Ateneo, con propria regolamentazione, seppure con formulazioni giuridiche differenti, di fatto, disciplina la tutela e la diffusione della proprietà intellettuale. e quindi anche "le licenze di tipo creative commons, rispetto alle finalità commerciali o meno dell'opera e rispetto agli utilizzi, più o meno aperti, che l'autore intende sostenere, anche di concerto con la comunità scientifica di riferimento".
Infine, con una presa di posizione di carattere il MIUR ha dichiarato di sostenere "politiche di diffusione e di condivisione dei dati scientifici, che possano essere utilizzati per approfondimenti scientifici, senza finalità commerciali".
Sono soddisfatto della risposta. Continuerò a seguire la questione, al fine di seguirne gli effettivi sviluppi applicativi.
A presto.
Ivan Catalano
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