Buongiorno a tutti.
Negli ultimi mesi, ho deciso di incentrare una parte significativa della mia attività politica sulla promozione della mobilità elettrica, così da diversificare l'attuale mix energetico nel settore dei trasporti, condizione sine qua non per raggiungere gli obbiettivi ambientali fissati nel Libro Bianco sui Trasporti dell'Unione Europea.
Negli scorsi giorni, ho presentato tre diverse interpellanze, accomunate nel fine, che è quello di promuovere le iniziative necessarie per consentire la diffusione dei veicoli elettrici, ma che vertono su problematiche tra loro assai diverse.
Uno dei maggiori limiti fino ad ora incontrati è la scarsità in Italia di colonnine di ricarica. Invero, negli ultimissimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, pare che qualcosa si stia muovendo. Resta però moltissimo da fare per realizzare gli obbiettivi del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica.
Una delle problematiche da porsi è che la diffusione delle infrastrutture di ricarica potrebbe sottoporre, soprattutto nelle eventuali fasi di picco, a un notevole stress le infrastrutture elettriche urbane, in particolare durante il periodo estivo, in contemporanea con l'aumento di richiesta derivante dall'uso dei condizionatori. D'altra parte, presso le stazioni ferroviarie, tipici nodi di scambio intermodale, capillarmente diffusi sul territorio, sono disponibili delle linee elettriche ad alta tensione, dedicate alla trazione dei convogli ferroviari, non dipendenti dalla rete urbana, oggi acquisite da Terna. Con la prima interpellanza, ho chiesto al Governo una valutazione sulla possibilità di utilizzare le linee elettriche per trazione ferroviaria al fine di alimentare stazioni di ricarica per veicoli elettrici poste in prossimità delle stazioni ferroviarie.
Le altre interpellanze hanno ad oggetto problematiche fiscali. Con la seconda interpellanza, ho chiesto al MEF una valutazione degli eventuali maggiori oneri per lo Stato necessari a estendere l'IVA Agevolata al 4%, già prevista per l'acquisto di veicoli a benzina/diesel, anche ai veicoli elettrici. Tale differenza di trattamento è infatti insensata e paradossale: lo Stato agevola i disabili nell'acquisto dei veicoli più inquinanti, e non di quelli ambientalmente più sostenibili. Ulteriore paradosso dell'attuale situazione è che ai sensi dell'articolo 27, comma 1, della legge n. 104 del 1992, l'eventuale modifica degli strumenti di guida, quale «strumento protesico extratariffario», necessario al soggetto disabile per fare uso del veicolo, è posto, nella misura del 20 per cento, a carico dello Stato. Ebbene, come già segnalato più volte dall'ANGLAT, i costi per le modifiche di cui sopra, e quindi anche il relativo onere per lo Stato, sono tendenzialmente maggiori per le automobili con motore a combustione interna, in quanto non dotate di alcuni allestimenti, invece già presenti di serie nei veicoli elettrici (si pensi, per esempio, al cambio automatico), spesso necessari ai soggetti con disabilità!
Con l'ultima interrogazione, ho invece chiesto al Governo un preventivo degli oneri che potrebbero derivare per lo Stato dalla previsione di particolari agevolazioni fiscali a sostegno del retrofit elettrico. Ho chiesto in particolare di valutare il prevedibile costo di una detrazione IRPEF, modellata su quella prevista in materia di riqualificazione energetica immobiliare dall'articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, e di un'agevolazione IVA al 10%.
Vi farò avere le risposte del Governo appena saranno disponibili.
A presto.
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