Buongiorno a tutti,
il 21 aprile 2016, il M5S ha presentato il suo piano energetico per l'indipendenza dalle energie fossili, il PEM5S.
Dalle slide si evince che il cuore dello studio si fonda sulla prevista riduzione dei consumi energetici, in calo effettivamente a causa della crisi economica, e su una stima di 34 milioni di impianti fotovoltaci da 10kW in più entro il 2050.
Io ho analizzato i dati da loro esposti. Sono carenti da un punto di vista economico: dai loro documenti non solo non si comprende come si arrivi alla copertura economica, ma essa neppure viene quantificata.
Io vorrei fare una stima un po' più realistica, prevedendo di installare, sui 31 milioni di immobili censiti in italia ad abitazione principale, un impianto da 3kW in autoconsumo, dal valore di 6.000 € (attualmente acquistabile sul mercato).
Da qui al 2050 ci sono 34 anni di tempo. Se stimiamo dunque l'installazione di 31.576.475 impianti fotovoltaici domestici, calcolando un irraggiamento di 1200 ore annue raggiungeremmo un picco di produzione, al 2050, di 113.675 GWh/anno di energia elettrica. Anche calcolando un forte abbattimento dei costi grazie alle economie di scala, gli investimenti necessari per fare ciò si assestano a circa 189 Miliardi di €. Questi investimenti dovrebbero essere sostenuti dal privato e, in parte, magari dal pubblico, non con incentivazione sulla produzione di energia, ma con detrazioni fiscali o sconti sull'IVA. Usare il fotovoltaico in autoconsumo consente di abbassare il valore di energia elettrica richiesta alla rete, e quindi abbassare i consumi di energia. Se consideriamo che, l'autoconsumo è un mancato ricorso al fossile, che il ricorso all'approvvigionamento di energia estera viene sostituita dal ricorso al fossile, che l'eolico offshore, generato riqualificando le piattaforme offshore, tra 15 anni potrebbe raggiungere una produzione di 990 GWh/anno, possiamo elaborare, partendo dai dati terna, i seguenti grafici:
Gli investimenti da fare nel settore domestico dovranno essere ripartiti nei 34 anni, stimando ogni anno la programmazione decennale di 1/34 degli impianti. Questo piano da per scontato un mercato pronto, la riconversione immediata delle aziende che attualmente producono energia da fonti fossili, e la disponibilità di tutti gli immobili censiti a poter installare tali impianti. Tutte ipotesi non reali, ma che aiutano a capire cosa vuol dire convertirsi al rinnovabile.
Teniamo in conto anche il fattore tecnologico, che migliora esponenzialmente, e magari tra qualche anno ci darà gli stessi risultati con 1/10 dell'investimento e delle dimensioni.
In conclusione. il massimo ideale raggiungibile, con investimenti di entità pari al 10% del PIL 2013, spalmato su 34 anni, è un 50% di energia prodotta dal Fossile rispetto al consumo nazionale, con una riduzione del 41% al suo ricorso. L'uso di fonte rinnovabile in autoconsumo farebbe abbassare del 33% la richiesta di energia proveniente dalla rete.
Ivan Catalano
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