Mi sono già occupato, durante la primavera scorsa, di alcune polemiche che hanno coinvolto i filtri antiparticolato (FAP), innescate e sostenute in modo assai dubbio da alcune trasmissioni televisive.
Ho argomentato, in due post di marzo e di aprile, le ragioni per le quali non ritengo fondate le critiche mosse al FAP. Critiche tra l'altro non proprio disinteressate, visto che sono alimentate da una società che produce dei dispositivi alternativi, asseritamente basati sull'elettromagnetismo, e privi di qualsiasi conferma scientifica di efficacia. Sulla base dei miei accertamenti svolti al Ministero, mi risulta anzi che le citate trasmissioni abbiano esposto dei fatti falsi. A causa di quella campagna di disinformazione, alcuni funzionari hanno dovuto patire delle indagini penali e diversi importanti lavori sono stati bloccati o rallentati.
Il Ministro della Salute, per verificare l'efficacia dei FAP, ha disposto degli accertamenti a cura dell'Istituto Superiore della Salute. Compiute le necessarie attività, e sulla base di analisi compiute, tra gli altri, dal CNR, dal Centro comune di Ricerche di Ispra, dalla Stazione Sperimentale per i Combustibili e dallo IARC, nonché tenendo conto della letteratura scientifica disponibile a livello anche internazionale l'ISS si è pronunciato con parere prot. 8619-10098 AMPP del 13/05/2016.
L'ISS ha concluso che:
- "la tecnologia FAP di nuova generazione (...) rappresenta un passo avanti nell'abbattimento delle emissioni degli autoveicoli diesel";
- "l'evento di rigenerazione del FAP produce un aumento dell'emissione del particolato in termini di concentrazione in numero (particelle/cm3), ma il valor medio stimato su tutto il ciclo, compresa la fase di rigenerazione, mostra concentrazioni in linea con il limite dato dalla normativa europea Euro Vb ed Euro VI"
- "aspetto rilevante dei sistemi FAP è la variazione di composizione chimica del particolato emesso che mostra una significativa riduzione della concentrazione di sostanze tossiche per l'uomo".
Non credo ci sia molto da aggiungere. L'ISS smonta impietosamente le false accuse. Certo, mi viene da domandarmi, chi pagherà tutti i danni provocati alla collettività dalla diffusione di false informazioni, il procurato allarme, l'apertura di indagini contro funzionari colpevoli solo di aver fatto il loro lavoro? Chi pagherà per i lavori interrotti al Ministero? Le Iene - e prima di loro, mi duole ammetterlo, anche il generalmente attendibile Report - sono sicure di essersi attenute ai principi di diligenza professionale nell'esercizio del loro diritto di cronaca? Che verifica hanno fatto delle fonti? Che verifica hanno fatto degli eventuali conflitti di interessi dei soggetti con i quali si sono confrontati?
Non spetta a me dare queste risposte. Da parte mia, constato con tristezza quanto facilmente molti italiani si facciano ingannare e, anche a causa di una ormai grave sfiducia nelle istituzioni, diano per vera automaticamente qualsiasi "ipotesi di complotto".
A presto.
Ivan Catalano
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