giovedì 18 agosto 2016

Io da elettore del @m5s_camera e da eletto del #m5s vi spiego perché #IoVotoSì #RiformaCostituzionale

Buongiorno a tutti.

Quando ero un cittadino attivo nel #m5s diverse erano le cose che criticavamo:

il potere dei sindacati
la decretazione di urgenza
le ammucchiate al potere
i costi della politica
la lentezza decisionale
la mancanza di politiche di buonsenso
mancanza di democrazia diretta
etc..

Questi problemi si sono accumulati negli anni a causa di un sistema politico che con la fine della prima repubblica si è incancrenito e si è immobilizzato anche a causa delle protezioni costituzionali che, i padri costituenti hanno inserito in costituzione, per evitare il dominio di un solo uomo. Così abbiamo molte forze dell'ordine, delle autonomie locali spinte, un ruolo dello stato confuso, il compromesso politico per tutelare le opposizioni e così via.
Fino a quando la realtà e la politica italiana correvano di pari passo nessun problema si manifestava, ma dal momento in cui la realtà cominciò ad andare più veloce di quanto la politica potesse reagire, i poteri dello stato si sono disallineati, prima l'Autorità Giudiziaria ha predominato sul legislativo (tangentopoli), poi l'esecutivo sul legislativo (eccessiva decretazione d'urgenza) fino anche a far predominare l'esecutivo sul legislativo e sul giudiziario con il periodo Berlusconiano (leggi ad personam).

Ma come risolvere dunque questi problemi? La riforma costituzionale e la nuova legge elettorale sono una risposta che sembra essere stata scritta dal m5s, vi spiego perché.

Per prima cosa da una sforbiciata ai costi della politica, tagliando 315 indennità di senatori (lasciando dei rimborsi a 100 senatori eletti tra consiglieri regionali e sindaci) e dal taglio dei contributi ai gruppi consigliari regionali, in questo modo andando anche a risolvere direttamente il problema dell'uso improprio degli stessi da parte dei partiti (come anche chiesto dal m5s). Si abolisce il CNEL andando a prendere 2 piccioni con una fava, si abbassa lo strapotere sindacale (in quanto ne fanno parte) e si tagliano i costi della politica, sopprimendo un organo costituzionale che non ha prodotto granché in questo periodo storico in quanto fuori dal suo tempo. 

Con il nuovo art. 70 cost. e altri, che molti ritengono confuso, ma così non è, si dettaglia meglio l'iter legislativo per andare a risolvere il problema della lentezza legislativa, sopprimendo molte funzioni del Senato della Repubblica. 
Il Senato avrà un ruolo di raccordo con gli enti locali e le regioni e l'Europa (che ha molte politiche regionali), questo serve a definire bene i ruoli confusi degli enti, le autonomie e lo Stato. Ridurrà le sovrapposizioni di compiti e funzioni e di contenziosi. Il nuovo titolo V permetterà di fare quelle politiche di risparmio di spesa centralizzando la standardizzazione delle pratiche, sia materiali che immateriali. Molti si chiedono "ma possibile che ci siano 21 sistemi diversi per fare le stesse cose e che ogni comune fa a modo suo?" la risposta è "la tutela delle autonomie locali". Nel nuovo testo viene superato l'ostacolo della eccessiva autonomia dove non serve equilibrando meglio le competenze. 

Tra i costi della politica e dell'incremento del debito pubblico vi è anche il raddoppio dei centri di costo causati dall'autonomia regionale in questioni che dovrebbero essere gestite dallo stato centralmente e il fabbisogno che le regioni non riescono a coprire per via della loro autonomia, che chiedono di coprire puntualmente allo stato. Così non si può andare avanti.

Come dicevo prima, la realtà corre più veloce di come il parlamento possa reagire. Per questo motivo la decretazione d'urgenza, unico sistema veloce di reazione ai cambiamenti, è diventato lo strumento ordinario di legificazione, con tutti i problemi che si porta dietro, ovvero le suscettibilità alla incostituzionalità dell'atto per mancanza di omogeneità ed urgenza e quelli legati la fatto che sono atti aventi forza di legge ma non vere e proprie leggi, delegando troppi compiti e decreti attuativi secondari al governo, che puntualmente non ce la fa ad emanare. L'iter legislativo dunque viene modificato per far fronte a questo problema. Le leggi potranno essere discusse e approvate dal parlamento quasi nel medesimo tempo di un decreto legge, così da dare uno strumento veloce al parlamento per poter legiferare su questioni ordinarie con leggi vere e proprie.

Con un iter cosi leggero e veloce tutta la discussione parlamentare si può spostare a monte, nella popolazione e nelle istituzioni. La consultazione tra i portatori di interesse in senso generale, dalle associazioni ambientalista a confindustria, non sarà più un ricatto ma un vero e proprio aiuto al drafting legislativo.

In caso di errori il tempo di reazione per porvi rimedio è il medesimo con cui l'errore è stato commesso e quindi si può rimediare rapidamente, stessa cosa vale per correggere con i feedback che arriveranno dal paese alle leggi approvate dal parlamento, non c'è più l'ansia del "oddio non abbiamo considerato questo e per rimediare il governo deve fare un decreto legge" queste cose non dovremmo più vederle.

Con la chiusura del Senato elettivo si tagliano 315 politici, si tagliano 315 lotte di poltrone, e con la nuova legge elettorale si tolgono le ammucchiate per il potere, garantendo comunque la tutela delle minoranze con qualsiasi forza politica vada al potere. Teniamo presente che il Senato, non essendo più elettivo e legato alle elezioni dei consigli regionali, avrà i propri membri in continuo rinnovamento, mentre la Camera dei Deputati si rinnova ogni 5 anni. 

Queste sono solo alcune delle risposte ai problemi che il parlamento ha dato alle questioni sollevate giustamente dal movimento 5 stelle negli anni. Sono soluzioni a cui il movimento non ha partecipato minimamente e che si ritrova ora pronte per quando toccherà a lui governare. Io non riesco a capire i miei colleghi e il movimento stesso (o meglio si che lo ho capito). Le ragioni che spingono a votare no al movimento sono che "le riforme sono state scritte coi piedi dai corrotti", ma se si fossero impegnati anche loro, dicendo al parlamento che i suoi voti sarebbero dovuti contare attivamente, ma non proponendo anche da parte loro un ricatto bensì una collaborazione, magari sarebbero venute meglio. Ciò non è accaduto e ora questa loro contrarietà alla riforma è una ammissione di colpa e di lassismo legislativo.

Come ultima riflessione, la Riforma Costituzionale tenta di dare al paese uno stato più capace di intervenire alle esigenze contingenti, alle necessità quotidiane, senza dover rinunciare ai principi democratici che il paese ha conquistato negli anni. Viene dato più senso all'iniziativa popolare con l'introduzione di nuovi strumenti di democrazia diretta. L'iniziativa popolare avrà un peso preponderante nel calendario dei lavori d'aula e anche se le firme richieste sono aumentate, se c'è la volontà queste non saranno un problema. Il motivo dell'aumento delle firme è dato dal fatto che entrando direttamente nel calendario lavori e quindi occorre una volontà popolare più forte.


Vi lascio a 2 link con cui approfondire sia la #RiformaCostituzionale che la legge elettorale #Italicum.

Ivan Catalano


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