Questa legislatura ha lavorato molto sul settore postale, anche se non sembra. Due sono i temi che hanno contraddistinto il suo interessamento: la privatizzazione di poste italiane spa e la liberalizzazione inserita nel DDL concorrenza.
Tralasciando la privatizzazione del monopolista che in questo contesto conta relativamente, le grandi novità sono appunto portate dalla liberalizzazione.
Chiaramente quello che cambierà da subito sarà la gestione del servizio universale. Poste italiane ha dimostrato di non poter servire il paese al meglio, pur avendo a disposizione la più vasta rete capillare di uffici postali. I suoi problemi vanno ben oltre, e sono legati ad una gestione interna del personale che più volte ho segnalato.
Su questo punto credo che il lavoro del governo e del parlamento debba concentrarsi.
Occorre al più presto risolvere questo problema, se poste italiane non lo fa, allora, che vengano in aiuto i privati.
Occorre gestire il servizio universale mediante bandi di gara ad evidenza pubblica, utilizzando anche la divisioni in lotti.
Ma la liberalizzazione porta con sé un altro tema fondamentale. La rete di distribuzione pagata coi soldi pubblici è attualmente patrimonio del monopolista. Con un mercato liberato, serve una infrastruttura neutra e non discriminatoria. In Autorità sono depositati degli esposti a riguardo, ne non erro. Bene il parlamento secondo me deve cominciare a lavorare su questo tema.
Il ragionamento da fare dovrebbe essere analogo a quello che si è fatto con le ferrovie dello stato o con le telecomunicazioni. Con l’avvento della liberalizzazione la rete è stata scorporata dalla gestione del servizio, e nel rapporto con il governo si utilizza lo strumento del contratto di programma.
Con una rete neutra serve una autorità di vigilanza e regolazione, qui siamo fortunati perché AGCOM potrebbe già provvedere.
Come ultima cosa, da non dimenticare, il settore postale non può essere mai fermo. Deve continuamente rinnovarsi e innovare. Le aziende del settore privato devono fare rete, cooperare per raggiungere obiettivi comuni e poi competere tra di loro.
Occorre che il settore innovi molto nel processo, introduca oltre a prodotti innovativi, qualcosa che renda sempre di più la vita semplice al cittadino o all'azienda che vuole spedire corrispondenza. Il parlamento ascolta tutte le proposte, tanto più queste arrivino da una piattaforma condivisa e compatta di aziende.
Il settore postale inoltre può giocare una partita fondamentale nella mobilità sostenibile. La conversione della flotta dei veicoli per la distribuzione urbana della corrispondenza possono venire convertiti con dei veicoli elettrici, oggi anche a basso costo. Il settore postale potrebbe così concorrere, con l’efficienza energetica ottenuta, all’ottenimento dei certificati bianchi da parte del GSE.
Ivan Catalano
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