Buon pomeriggio e tutti,
ho sottoscritto l'interrogazione della collega on. Labriola n°4/03877, nell'ambito delle misure alternative all'arresto o alla detenzione in carcere è stata prevista dal 2001 (ex articolo 16 del decreto-legge n. 341 del 2000) la possibilità di controllare a distanza e senza oneri diretti di sorveglianza il soggetto arrestato e/o detenuto nel domicilio, attraverso l'applicazione, al polso o alla caviglia, di un «braccialetto elettronico» realizzato in modo tale da segnalarne gli spostamenti dai limiti del domicilio;
in dieci anni, dal 2001 al 2011, lo Stato ha speso poco più di 81 milioni di euro per l'utilizzo di circa 14 braccialetti elettronici. L'analisi della Corte, pertanto, richiama l'attenzione sulle circostanze dell'introduzione di tali sistemi, sul contratto di fornitura e sui livelli di spesa complessiva sostenuti «al solo fine di poter esprimere una valutazione sulla redditività ed opportunità gestionale e di ottenere conferme, correzioni o cessazioni dell'impiego di tali strumenti»;
la Corte ha rilevato che la convenzione stipulata con Telecom, prevede, oltre il noleggio e la manutenzione, anche la gestione operativa della piattaforma tecnologica, che rappresenta la componente finanziariamente più onerosa. Nel periodo di vigenza della convenzione, comunque rinnovata dal Ministro Cancellieri sino al 2018, il costo del sistema ha superato i 10 milioni annui. In particolare, l'Amministrazione dell'interno ha convenuto con Telecom un importo, una tantum, di 8,64 milioni di euro (Iva esclusa) per l'attivazione del servizio ed un compenso annuo di 9,083 milioni di euro (sempre Iva esclusa), in rate semestrali, pari, per 8 anni, a 72.664.000,00.
Nel frattempo, comunque, si è inserita Fastweb che ha deciso di presentare ricorso al TAR contro l'accordo e a quel punto si è scatenata la battaglia di fronte alla giustizia amministrativa con tanto di annullamento della convenzione da parte del tribunale regionale e il successivo intervento del Consiglio di Stato che ha respinto il contro-ricorso Telecom, rimandando però tutto alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
La recente approvazione della legge di conversione del decreto n. 146 del 2013 cosiddetto «svuota-carceri» prevede tra le altre misure l'utilizzo dei braccialetti elettronici che da adesso in poi saranno la regola e non più l'eccezione;
Ad oggi comunque e nonostante le nuove prescrizioni di legge quello che in Italia è uno strumento che stenta a decollare, in altri Paesi, Gran Bretagna, Francia e in Russia è una realtà consolidata.
L'interrogazione chiede quali iniziative i Ministri interrogati abbiano intenzione di assumere per garantire anche nel nostro Paese l'uso corretto del braccialetto elettronico, per garantire la trasparenza e quali iniziative concrete abbiano intenzione di assumere per verificare il corretto funzionamento di tale dispositivo in merito alla copertura del segnale di rilevamento che sembra essere il più rilevante dei problemi che sino ad ora ne hanno impedito il corretto utilizzo.
Ivan Catalano
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