ho depositato l'interrogazione n° 5/03043, riguardante le assunzione dei parenti dei politici in seno all'azienda Poste Italiane Spa.
Già nel settembre del 2005 il settimanale l'Espresso pubblicò l'inchiesta «Posto prioritario» che coinvolse Poste Italiane in pratiche di gestione/assunzione del personale clientelari.
E' stato assunto, nel corso della passata gestione, il signor Alessandro Alfano, fratello dell'onorevole Angelino Alfano, e che il relativo provvedimento di assunzione sia stato firmato dall'allora amministratore delegato Ingegner Sarmi Massimo.
Inoltre, nel corso della passata gestione, è stato conferito l'incarico di amministratore delegato di Poste Energia spa al nipote dell'onorevole Letta Enrico, Riccardo Capecchi.
Lo stesso Capecchi, per quanto si apprende da un articolo del Fatto Quotidiano del 15/06/2014, risulta coinvolto, ma non indagato, in relazione alla gestione della Fondazione VEDRÒ, nell'inchiesta della Guardia di finanza sulle sponsorizzazioni effettuate dal Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dei lavori dello Stato nella Laguna di Venezia (in primis quelli del Mose).
L'articolo 18 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 8 agosto 2008, n. 133, stabilisce, al comma 1, che «a decorrere dal sessantesimo giorno successivo all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, le società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di cui al comma 3 dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001» e, al comma 2, che «le altre società a partecipazione pubblica totale o di controllo adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità».
Di per sé, l'assunzione in una società pubblica di familiari di esponenti politici non rappresenta un comportamento illecito, ben potendo gli stessi essere stati selezionati per le loro specifiche competenze ed esperienze professionali.
Tuttavia, data l'indubbia delicatezza di tali situazioni, e a tutela della stessa immagine delle Istituzioni, della pubblica amministrazione e delle società a controllo pubblico, è opportuno che i relativi procedimenti siano connotati dalla massima trasparenza.
Ritengo che Poste Italiane s.p.a. e le sue controllate, in quanto società a partecipazione pubblica totale, non gestionarie di servizi pubblici locali, debbano conformarsi a quanto previsto dall'articolo 18, comma 2, del decreto-legge n. 112 del 2008.
E' stato assunto, nel corso della passata gestione, il signor Alessandro Alfano, fratello dell'onorevole Angelino Alfano, e che il relativo provvedimento di assunzione sia stato firmato dall'allora amministratore delegato Ingegner Sarmi Massimo.
Inoltre, nel corso della passata gestione, è stato conferito l'incarico di amministratore delegato di Poste Energia spa al nipote dell'onorevole Letta Enrico, Riccardo Capecchi.
Lo stesso Capecchi, per quanto si apprende da un articolo del Fatto Quotidiano del 15/06/2014, risulta coinvolto, ma non indagato, in relazione alla gestione della Fondazione VEDRÒ, nell'inchiesta della Guardia di finanza sulle sponsorizzazioni effettuate dal Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dei lavori dello Stato nella Laguna di Venezia (in primis quelli del Mose).
L'articolo 18 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 8 agosto 2008, n. 133, stabilisce, al comma 1, che «a decorrere dal sessantesimo giorno successivo all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, le società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di cui al comma 3 dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001» e, al comma 2, che «le altre società a partecipazione pubblica totale o di controllo adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità».
Di per sé, l'assunzione in una società pubblica di familiari di esponenti politici non rappresenta un comportamento illecito, ben potendo gli stessi essere stati selezionati per le loro specifiche competenze ed esperienze professionali.
Tuttavia, data l'indubbia delicatezza di tali situazioni, e a tutela della stessa immagine delle Istituzioni, della pubblica amministrazione e delle società a controllo pubblico, è opportuno che i relativi procedimenti siano connotati dalla massima trasparenza.
Ritengo che Poste Italiane s.p.a. e le sue controllate, in quanto società a partecipazione pubblica totale, non gestionarie di servizi pubblici locali, debbano conformarsi a quanto previsto dall'articolo 18, comma 2, del decreto-legge n. 112 del 2008.
Con l'interrogazione chiedo dunque al governo:
- di quali notizie disponga il Governo;
- se Poste Italiane abbia adottato i provvedimenti di cui al citato articolo 18 del decreto-legge n. 112/2008, convertito con legge n. 133 del 2008;
- quali specifici «criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei prìncipi anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità», siano stati individuati dai predetti provvedimenti;
- se la procedura di assunzione e conferimento degli incarichi ai signori Alessandro Alfano e Riccardo Capecchi risulti ad essi conforme.
Ivan Catalano
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