Ho da poco presentato un'interrogazione in merito allo sviluppo della pratica dello yoga nelle scuole italiane. La questione non è nuova: il protocollo che permette allo yoga di entrare in classe è stato firmato dal Ministero dell'istruzione con le principali associazioni italiane della disciplina orientale già cinque anni fa.
Questa disciplina, rafforzando la corretta e armoniosa strutturazione dello schema corporeo dei bambini, li accompagna nel processo di bilanciamento della loro naturale iperattività e li aiuta a sviluppare e a dirigere la propria concentrazione. Tramite la pratica delle Asana (posizioni yoga), delPranayama (tecniche di respirazione) e di yoga Nidra (tecnica di rilassamento profondo) si insegna ai bambini una tecnica valida per la digestione dello stress emotivo, inoltre promuove e rafforza il senso di appartenenza al gruppo nel rispetto di ogni singolo membro e del lavoro collettivo che si sta svolgendo.
La pratica dello yoga è particolarmente adatta ai bambini in ambito scolastico, e proposta nelle modalità e linguaggio adatto alla loro età, viene vissuta come un gioco e un momento di divertimento, ma contestualmente offre agli stessi semplici strumenti per rilassarsi e gestire i propri stress ed emozioni grazie ai movimenti e alle posizioni, che favoriscono uno sviluppo fisico armonico, correggendo errori posturali e favorendo le funzioni fisiologiche dei nostri apparati (uno stomaco che digerisce bene non porterà via energia/sangue/nutrimento al cervello, e altro); attraverso le tecniche di rilassamento, lo yoga permetterebbe di assorbire le informazioni in modo più profondo (per ogni ora di, studio basterebbero 5 minuti di rilassamento per poter assimilare meglio quanto appreso), e aumenterebbe la concentrazione e quindi la presenza e la consapevolezza di sé e delle proprie azioni.
Il protocollo prevede che lo yoga possa essere insegnato non solo ai piccoli, ma anche nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, dove esso può essere utile per trasformare le situazioni di disagio tipiche dell'adolescenza in un luogo dove fioriscono la concentrazione e la creatività. La pratica dello yoga nelle scuole italiane potrebbe articolarsi nelle seguenti fasi: (a) programmazione condivisa per obbiettivi e finalità; (b) programmazione e feed-back settimanali per comprendere meglio gli effetti nella classe e tarare la programmazione degli obiettivi, in modo sempre più costruttivo; (c) valutazione attraverso incontri in itinere e tabulazione dei dati ricavati da questionari rivolti alle famiglie, agli insegnanti e agli alunni; (d) incontri costanti e continuo confronto fra la maestra di classe e l'insegnante di Yoga che di volta in volta, adatta le lezioni mirando i contenuti alle esigenze esposte dall'insegnante.In un articolo apparso su La Repubblica il 29 marzo 2011 si viene a conoscenza del fatto che, una volta alla settimana, in alcune scuole italiane (Barletta, Reggio Emilia e recentemente in anche in Liguria) durante l'orario scolastico si tengono corsi di yoga, o si sono inserite un'ora di lezione yoga a titolo sperimentale.
Ho chiesto al Governo di fare un punto dei progetti attivi nelle varie scuole italiane, e di valutare la possibilità di introdurre a titolo sperimentale un certo numero di ore di yoga nei programmi scolastici curricolari, fornendo una previa stima del costo complessivo dell'introduzione di circa 30 ore di yoga annuali nei programmi della scuola primaria.
Ivan Catalano
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