Buongiorno a tutti.
Con questo post vorrei illustrare la mia visione della mobilità elettrica urbana e della sua possibile integrazione non solo con il trasporto pubblico locale, ma anche, più in generale, con il trasporto collettivo di persone.
Alcuni Dati
La mobilità urbana attuale si caratterizza per un numero spropositato di veicoli ad uso privato. Questi veicoli, che al 2014 ammontano a 37,080,753 unità (fonte ACI), si dividono in:
- 18,895,138 a benzina, 15,237,60 a gasolio, 2,042,120 Benzina/Gpl, 833,668 Benzina/metano e 72,219 con altre alimentazioni.
- 17,608,388 sono i veicoli compresi tra gli 8 e i 20 anni di età, mentre sono 10,922,175 i veicoli compresi tra Euro 0 e Euro 2, che sono quelli più inquinanti.
Le mie riflessioni
Il decreto attuativo che disciplina la riqualificazione elettrica dei veicoli, Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti del 1 dicembre 2015, n° 219, dando attuazione all'Art. 17-terdieces del Decreto Legge n°83 del 2012, offre una concreta possibilità di convertire un gran numero di veicoli a motorizzazione Benzina/Gasolio in veicoli elettrici, senza dover procedere alle gravose formalità burocratiche della radiazione e reimmatricolazione del veicolo (ri)omologato elettrico come esemplare unico. Con il decreto infatti verrà semplicemente aggiornata la carta di circolazione del veicolo.
Poter aumentare il parco veicolare elettrico senza immettere veicoli elettrici nuovi nel mercato e recuperare ciò che verrebbe destinato a rottame sono gli scopi della riqualificazione elettrica del veicolo. Immaginiamo di poter riqualificare un 10% di quei 10 milioni di veicoli altamente inquinanti in 5 anni: vorrebbe dire 1 milione di veicoli elettrici in più in circolazione. Questi veicoli si potranno convertire con circa 5000€ (già oggi) escluso il noleggio delle batterie, con un risparmio dei costi man mano che il processo si industrializza. Da un punto di vista di nuovo PIL vorrebbe dire 5 miliardi di euro in 5 anni, con un ritorno economico in termini di gettito per lo stato di 1/3 circa, tra IVA e Tasse sul reddito di impresa. In più 1 milione di veicoli elettrici in 5 anni svilupperebbero il mercato degli installatori e autoriparatori di questi veicoli, il che si ripercuoterebbe positivamente anche verso il veicolo elettrico nuovo.
Da un punto di vista della congestione del traffico, occorre fare una premessa. Il traffico genera diversi problemi dal punto di vista dell'inquinamento nei centri urbani, del rumore e della perdita di tempo. Mentre sul terzo punto difficilmente la mobilità elettrica può porre rimedio, le altre due esternalità negative possono trovare qui una parziale soluzione.
Accanto alla riqualificazione del parco veicolare, si deve, a mio avviso, accostare una riqualificazione energetica degli edifici, con l'installazione di impianti off-grid di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per impianti domestici di ricarica dei veicoli.
In situazioni di grandi disponibilità di spazi e superfici si può anche pensare di realizzare stazioni di ricarica rapida da fonti rinnovabili. Comunque la fornitura di energia elettrica certificata rinnovabile dovrebbe poter essere usata da chi vuole ricaricare il proprio veicolo anche senza la riqualificazione energetica del suo edificio.
A livello di trasporto pubblico locale, si potrebbe prevedere la realizzazione di un carsharing e di un carpooling elettrico integrato con il TPL stradale e ferroviario, di cui il cittadino, che non vuole dotarsi di un proprio veicolo elettrico, ovvero riqulificato, possa servirsi per le sue esigenze di mobilità. La ricarica domestica potrebbe essere anche condivisa, utilizzando il principio della sharing economy nel campo energetico, condividendo il proprio impianto domestico dedicato per offrire stalli di ricarica condivisa anche per i servizi di carsharing e carpooling.
Ivan Catalano
Ivan Catalano
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