Buonasera a tutti.
E' necessaria una legge sui Partiti politici e sui Movimenti? Io direi di si. Ma quali sono le basi da cui partire per regolamentarli? Io credo che gli articoli costituzionali da cui partire siano: 3, 49 e 67.
Ciò che io desumo dalla lettura di questi articoli è che al centro c'è il Cittadino e le sue libertà e prerogative.
L'articolo 3 dice: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
L'articolo 49 dice: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale"
L'articolo 67 dice: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato"
Quando si sposta il centro della partecipazione democratica dal cittadino al partito, otteniamo come risultato la creazione di lobby corporative che tendono a dare dei vincoli di mandato ai propri eletti al fine di raggiungere degli obbiettivi politici. I candidati dei partiti, che così vengono scelti, non garantiscono la partecipazione dei cittadini "mediante" il partito, ma fanno si che si realizzi l'opposto, ovvero che il partito partecipi "mediante" il cittadino che viene eletto, alla vita democratica del paese. Questo causa un fenomeno al quanto fastidioso, che più avvicina la politica al calcio o alla religione, ovvero l'appartenenza dell'eletto, o dell'iscritto al partito, come fosse se facesse parte di una squadra di calcio, dove la proprietà del suo cartellino appartiene alla società calcistica e un rapporto di fede tra l'iscritto al partito e il suo simbolo. Gli elettori dal loro canto, trovandosi un sistema così, non comprendono e accusano di tradimento chi sceglie partiti diversi in funzione della sua storia politica, e non comprendono come possa un eletto non rispettare il rapporto fideistico al simbolo del partito che gli ha consentito di venire eletto.
Ancora meno comprensibili al cittadino, con questa forma di partecipazione democratica partitocentrica, la figura del gruppo parlamentare, che altro non è che una associazione libera di parlamentari, che nulla a che fare con il partito con cui hanno concorso alle elezioni.
Immaginate che bello se un cittadino, Libero, possa, mediante un partito o un movimento, partecipare alla vita democratica del paese. Possa partecipare senza capi ne padroni che possano imporgli ordini di scuderia, che non vengano discriminati in funzione delle loro idee e del loro pensiero e delle loro opinioni anche religiose. Purtroppo anche il m5s ha perso questo obbiettivo, divenendo un partito, grillo ha dichiarato in una frase tutto il contrario di ciò che dice la costituzione: "Va introdotto il vincolo di mandato per rispetto degli elettori. Dall'inizio della legislatura 173 parlamentari se ne sono fregati del voto degli elettori e sono passati a partiti differenti da quelli con i quali sono stati eletti". (Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo in un post dal titolo Stabilizzatori o traditori)"
Secondo me dunque una norma di legge dovrebbe contenere norme per garantire il rispetto di quei 3 articoli della costituzione. Il cittadino così non deve trovarsi a votare un partito, ma una lista di nomi che quel partito propone con il programma elettorale. I candidati possono venire scelti liberamente mediante delle regole interne al partito, ma queste non possono mai costituire in qualsiasi forma in un vincolo di mandato, che sia palese o implicito. Nello stesso tempo la vita parlamentare o delle altre istituzioni, deve slegarsi dalla vita dei partiti fuori da esse, altrimenti si crea un sistema di corporazioni che punterà al potere, ognuno a suo modo, chi più e chi meno in modo consapevole.
Ivan Catalano
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